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La Terra incoronata di luce! Questo mosaico realizzato con i satelliti meteorologici del #NOAA e della #NASA (NOAA-20, NOAA-21 e S-NPP) mostra la situazione delle #aurore terrestri durante la tempesta di venerdì sera. L'anello è estremamente luminoso, e molto più esteso del normale. Vediamo come abbia raggiunto luoghi estremamente popolati, come la megalopoli costiera degli USA (Boston-Washington), i Grandi Laghi e l'Europa centro-settentrionale. Dall'immagine si apprezza anche molto bene come il centro dell'anello, coincidente con il polo geomagnetico terrestre, sia molto spostato rispetto al polo nord geografico, al centro dell'Oceano Artico. La sua posizione nel nord del Canada rende il continente nordamericano più favorito del nostro per l'osservazione di questi eventi. New York ha la latitudine di Napoli! @astrolenz91 #chpdb #astronomia #eliofisica Crediti: NOAA/NASA/CIRA

5/13/2024, 10:12:47 PM

#AURORA DALLO SPAZIO - Aggiornamento finale Questa foto di agosto 2021 scattata dalla #ISS mostra chiaramente la struttura verticale dell'aurora, permettendo di capire perché dall'Italia si è vista rossa! Come vi abbiamo raccontato in questi giorni, i colori dell'aurora dipendono dalla quota. Verde e rosso sono entrambi dovuti all'eccitazione di atomi di ossigeno liberi, ma c'è una dipendenza dalla densità del gas. Dove è più rarefatto è favorita l'emissione rossa, dove è più denso quella verde. Ecco perché quando si guarda l'aurora da sotto si vedono grandi nastri verdi, mentre se la si guarda di lato diventano apparenti i tendaggi rossi. Nelle foto scattate venerdì sera da nord e centro Italia questo era chiarissimo: il cielo aveva il color carminio del SAR e degli strati alti dell'aurora, ma basso sull'orizzonte era indubitabilmente verde (ulteriore dimostrazione che la Terra è tonda). La #TempestaGeomagnetica sta terminando definitivamente in queste ore. Stanotte c'è stato il passaggio annunciato dell'ultima #CME (in straritardo), ma gli effetti sono stati alquanto blandi. Il Bz debolmente negativo (se non positivo) ha ostacolato la formazione di aurore significative, e l'indice Kp ha raggiunto solo il livello 6 (tempesta geomagnetica moderata G2). Anche l'indice Dst non ha mostrato disturbi particolari, rimanendo grossomodo costante sui -100 nT (ancora disturbato). Ora è in lenta remissione, così come i valori di densità e velocità del vento solare (in diminuzione). Queste 72 ore sono state un vero rodeo! Spero che abbiate apprezzato la nostra copertura dell'evento (articolo-riassunto in bio), e per tutti i nuovi arrivati: benvenuti e grazie per la fiducia! Il ciclo solare 25 sta arrivando al massimo, e di cose da dire ce ne saranno ancora molte! @astrolenz91 #chpdb #astronomia #eliofisica #attivitàsolare Immagine: NASA

5/13/2024, 11:33:20 AM

#ATTIVITÀSOLARE - Aggiornamento delle 19:30 La #TempestaGeomagnetica di ieri è terminata alle 8:00 di stamattina dopo oltre 36 ore, quando l'indice Kp è sceso finalmente sotto quota 5 (4- per l'esattezza). Le aurore sono terminate già a mezzanotte, quando la potenza emisferica è finalmente scesa sotto i 20 GW, a indicare il rientro nella normalità. Il campo magnetico della Terra si sta gradualmente riprendendo dall'ordalia e tutti i parametri sono in graduale ripresa e normalizzazione. Verso le 5:00 c'è stata una breve recrudescenza dell'attività, con il passaggio di striscio di una CME che il NOAA aveva ampiamente previsto ieri pomeriggio. Le #aurore son tornate intorno ai 120 GW di potenza, per poi diminuire subito dopo. Per le 8:00 appunto era tutto terminato. Non è ancora detta l'ultima parola però. I modelli del #NOAA (come ENLIL) prevedono che ci sia un'altra #CME "cannibale" in marcia verso la Terra, il cui arrivo era previsto per le 14:00 di oggi. Ovviamente non si è ancora mosso niente, indice che la CME è più lenta del previsto o ha superato l'orbita terrestre senza interessare il nostro pianeta. L'allerta rimane comunque alta, con la possibilità che l'attività geomagnetica riprenda in modo intenso senza preavviso. Si vedranno aurore stasera? È improbabile, tutto dipende da quando e se arriverà questa nuova CME. In ogni caso, occhi aperti e guardate a settentrione. Vi terremo aggiornati! Si sono viste aurore stanotte? Qualcosina subito dopo il tramonto e solo per le regioni più a nord. Per le 23:00 era già praticamente impossibile discernere alcunché. Forse verso le 5:00, ma il cielo da noi era già troppo chiaro. Erano aurore o #SAR? La distinzione è sottile, e anche visivamente non è facile differenziare i due fenomeni. I SAR sono archi di un rosso cupo e diffuso, che attraversano l'intero orizzonte. Gli avvistamenti dal sud Italia del 10 sera erano SAR. Se invece nelle vostre foto avete del verde o del magenta a pennellate, quelle sono aurore vere e proprie. Queste due immagini mostrano #AR3664 in luce H-alfa, e si nota quanto sia cambiata. Grazie ovviamente alla maestria di @astro.vano ! @astrolenz91 #chpdb #astronomia #sole #eliofisica

5/12/2024, 7:42:19 PM

Un gruppo di macchie grandi come Saturno! Nelle scorse 48 ore la regione attiva AR 3663 ha prodotto svariati #brillamenti di alta intensità: tre in categoria X1 e ieri mattina uno in categoria X4! Sono esplosioni di energia molto intense, a cui sono associate tipicamente delle #eruzionisolari. Dato che la macchia era posizionata bene, molte di queste #CME (Espulsioni di Massa Coronale) hanno raggiunto la #Terra, suscitando attività aurorale più intensa del solito. Il segreto dietro a questa grande produzione di tempeste è la configurazione magnetica particolarmente complessa della regione attiva, come visibile dall'immagine (ottenuta dal telescopio solare #SDO, in orbita attorno alla Terra). Per dare il senso delle dimensioni ho aggiunto la silhouette di Saturno (diametro 120.000 km) con i suoi anelli e della Terra. Praticamente ciascuna delle macchie del gruppo 3663 è grande come il nostro pianeta! Nei prossimi giorni la rotazione solare farà sparire la macchia oltre il bordo del disco visibile, ma è ancora alta la probabilità che vengano prodotte tempeste direzionate verso la Terra. @astrolenz91 #chpdb #astronomia #eliofisica #attivitàsolare #sole Immagine: NASA/SDO - CHPDB

5/7/2024, 9:30:15 AM

Due anni fa ci lasciava a 94 anni Eugene Parker, uno dei padri dell’eliofisica nonché colui a cui è intitolata la sonda Parker Solar Probe della NASA. Qui lo vediamo nell’estate del 2018, a bocca aperta e con lo sguardo rapito proprio durante il lancio della sonda. Non è retorica dire che veder partire una sonda spaziale che porta il proprio nome è un’emozione unica. Con la sonda Parker, infatti, per la primissima volta la NASA dava a una missione il nome di una persona ancora in vita. Un onore quindi più unico che raro, quanto mai appropriato se pensiamo che, semplicemente, Parker Solar Probe non sarebbe esistita senza il lavoro di Eugene Parker. Fu lui, a metà degli anni ’50, a ipotizzare l’esistenza del vento solare (un flusso di particelle cariche emesse dal Sole) e a sviluppare la teoria matematica che lo descrivesse. E lo studio del vento solare è proprio uno degli obiettivi primari di Parker Solar Probe. Tra le aule dell’università di Chicago, quasi 70 anni fa, Parker contribuì in maniera decisiva alla nascita dell’eliofisica come branca dell’astronomia. È anche grazie a lui se oggi, grazie alla sonda che lo onora portando il suo nome, siamo in grado di portare a compimento ciò che non era riuscito a Icaro: “toccare” il Sole. Il nome di Parker continua a vivere in orbita attorno alla stella a cui Eugene dedicò la sua intera vita. E questo, per uno scienziato di questo calibro, è l’onore più grande. Filippo [dall'archivio] Credits: NASA/Glenn Benson #ParkerSolarProbe #ventosolare #sole #eliofisica #EugeneParker #chpdb #chihapauradelbuio

3/16/2024, 11:30:12 AM

Eruzione solare poche ore fa, più grande del Sole stesso, con un’espulsione di massa coronale a forma di cuore, giusto in tempo per #sanvalentino! Non era diretta verso di noi, ma in cambio, la prospettiva diversa ci ha permesso di vedere molti più dettagli! La corona solare è la zona subito sopra la superficie e immediata atmosfera solare ed è quella più calda! La superficie solare arriva a circa 5500 gradi celsius, mentre la corona arriva sopra 1 milione di gradi celsius! Le espulsioni così sono rilasci di enormi quantità di plasma (di cui è fatto il Sole) verso l’esterno, nella corona, grazie a campi magnetici locali sulla superficie. Se tutto questo vi sembra complicatissimo… beh è perché ahimè lo è! Per questo abbiamo fisici solari (eliofisici e le storie tese dei campi magnetici) che, grazie a missioni così, riescono a scoprire nuove cose di come funziona il Sole e come potremo avvicinarci a prevedere meglio la prossima di queste tempeste solari che potrebbe un giorno colpire anche la Terra. Dati dai telescopi STEREO, SOHO e SDO! Credit - NASA/ESA #sole #eliofisica #astronomia

2/10/2024, 7:20:09 PM

Sapevate che anche il #Sole ha le #aurore? Quella che vedete è solo una rappresentazione artistica del fenomeno, e non è nemmeno visibile a occhio nudo, però quanto è stato scoperto dagli astronomi ha tutte le caratteristiche per essere chiamato appunto "aurora". La scoperta è avvenuta nel 2016, ed è stata recentemente pubblicata su Nature. I ricercatori stavano studiando l'emissione radio del Sole, un importante indicatore dell' #attivitàsolare. La nostra stella infatti non brilla solo di luce visibile, ma anche di tutto il resto, e ogni volta che il plasma solare viene accelerato e avviluppato dal potente campo magnetico di una macchia solare, ecco che si ha un'emissione di onde radio. Anche le aurore terrestri producono una forte emissione radio, quando le particelle solari vengono catturate e deviate dal campo magnetico terrestre. La luminescenza dei gas atmosferici è solo uno dei tanti effetti generati dalle tempeste geomagnetiche sul nostro pianeta. Apparentemente, tra le tante emissioni radio del Sole, una ricorda molto quella delle aurore terrestri. Non è la tipica emissione radio generata dai brillamenti solari, che dura qulche minuto o al più alcune ore, perché è molto più persistente: può durare settimane intere. Ed è strettamente associata alle macchie solari, le regioni di massima complessità del campo magnetico solare, i luoghi da cui partono le tempeste. In pratica ogni gruppo di #macchiesolari possiede un "anello" radio la cui base si trova a circa 40.000 km dalla superficie solare (dovrei dire dalla fotosfera solare), e la cui cima si dissolve nell'atmosfera solare superiore, la corona. Quanto scoperto potrebbe spiegare alcuni lampi di radiazione radio osservati in stelle come il Sole, e per le quali è nota la presenza di un ciclo di attività simile a quello della nostra stella. Tali lampi radio stellari sono un po' un mistero, e questa scoperta fornisce una pista di indagine piuttosto interessante. @astrolenz91 #chpdb #astronomia #eliofisica Immagine: Sijie Yu

11/29/2023, 11:30:12 AM

#AURORE O NON AURORE? Lo spettacolo speciale di domenica sera ha scatenato la discussione sui social, perché *tecnicamente* quella luce rossa non era generata da un'aurora vera e propria, ma da un suo succedaneo chiamato poeticamente SAR. #SAR sta per "Stable #Aurora Red arc", ed è un fenomeno generato dalle correnti della magnetosfera terrestre che scaricano la loro energia nell'atmosfera superiore. Simile all'aurora come aspetto, ma di origine completamente diversa! La #tempestageomagnetica di domenica non aveva infatti nemmeno lontanamente la potenza per spingere le aurore polari fin verso l'Italia, ma per i SAR invece è tutta un'altra questione. Se siete interessati trovate un approfondimento sul nostro sito! (Link in bio e più tardi nelle storie). L'immagine mostra uno spettacolare STEVE ripreso da Mark Savage sopra ai cieli della Northumbria. STEVE ha un nome buffo che in realtà è un acronimo alquanto noioso, ed recentemente è stato associato proprio al fenomeno dei SAR. @astrolenz91 #chpdb #astronomia #eliofisica #attivitàsolare #spaceweather

11/8/2023, 11:30:04 AM

Il #Sole sta invertendo i poli magnetici! Le osservazioni della #sonda #SDO, uno dei nostri assi nella manica quando si parla di #eliofisica e meteo solare, confermano che i poli magnetici solari stanno per scomparire. Questo non è un fenomeno che deve causare allarme, perché è perfettamente naturale nella storia e comportamento della nostra stella. Ogni 11 anni circa il campo magnetico solare si inverte, scambiando polo nord e polo sud. Questo fenomeno si traduce proprio nel ciclo di #attivitàsolare che qui a "Chi ha paura del buio?" seguiamo da maggio 2012! Nel corso del ciclo si passa da una situazione con un campo magnetico fortemente dipolare (come quello della Terra, o di una barretta magnetica) a una situazione molto più caotica e asimmetrica. Badate, il campo magnetico solare NON sparisce, semplicemente cambia di struttura, diventando sempre più ingarbugliato finché la situazione non si inverte e la sua complessità torna a diminuire, ridiventando perfettamente dipolare e ricominciando il ciclo. Durante le fasi di campo magnetico dipolare l'attività solare è bassissima se non quasi inesistente, mentre durante le fasi di inversione diventa molto più intensa e violenta. Come appunto stiamo osservando da dicembre 2019, mese in cui il sole ha raggiunto il minimo di attività per poi ricominciare gradualmente a farsi sentire. Come atteso, dunque, l'anno che viene e il prossimo (2024 e 2025) saranno caratterizzati dal massimo di attività solare per questo ciclo, etichettato con il numero 25 da quando esistono le osservazioni astronomiche moderne del Sole e della sua attività. E quella grande banana oscura sulla superficie del Sole, visibile in questa foto agli ultravioletti scattata 25 minuti fa da SDO? Si tratta di un "buco coronale", una zona dell'atmosfera solare dove le linee del campo magnetico non sono chiuse verso la superficie, ma aperte verso il campo magnetico interplanetario. Sono zone da cui il #ventosolare soffia con particolare intensità e velocità, e il fatto che ne vediamo una di fronte significa che fra qualche giorno verremo raggiunti da queste folate energetiche: il che significa #aurore! @astrolenz91 #chpdb Immagine: NASA/SDO

10/7/2023, 11:25:59 AM

#AURORE IN ITALIA? Questa immagine è stata scattata da una webcam del Plan de Corones, in val Pusteria (Alto Adige). E sopra alle luci di Brunico, il cielo è rosso. La prima cosa che è venuta in mente a molti è l' #aurora boreale! Solo che è MOLTO RARO vedere l'aurora dalle latitudini italiane, anche quando parliamo della punta più settentrionale possibile del nostro Paese. Solitamente serve una #tempestasolare molto intensa, con un indice (chiamato Kp) di intensità di 8 o 9 su una scala che arriva massimo... a 9. Ad aggiungere mistero a quanto catturato dagli occhi robotici della webcam c'è il fatto che in quel momento (le 4 di mattina di lunedì) l'indice Kp era alquanto modesto, intorno a Kp 6. Significa belle aurore per i nostri cugini scandinavi, ma non certo per l'Italia. A ulteriore dimostrazione, le previsioni di ovale aurorale indicavano per quell'ora una forte attività, ma ben più a nord delle coste baltiche della Germania. Eppure la foto è lì, e come se non bastasse ce ne sono altre! Aurore di questo tipo (rosse, diffuse, a stento percepibili se non con una lunga esposizione, visibili basse basse a nord) sono state viste in Cechia e in Francia, a latitudini simili a quelle dell'Alto Adige. Quindi sì, è un aurora! Tuttavia rimane qualcosa di eccezionale: è totalmente inatteso e inaspettato che un fenomeno del genere sia stato visibile dalle nostre latitudini dato il modesto disturbo geomagnetico (appunto, 6 su 9). Il trucco forse sta nella natura dell'aurora: quel debole bagliore rosso è prodotto dall'ossigeno monoatomico, presente tra 400 e 800 km di quota, al limite stesso della nostra atmosfera. Essendo così alte sono visibili anche da migliaia di km di distanza, come avvenuto lunedì. È anche molto raro che vengano prodotte aurore quasi esclusivamente di tale colore! La responsabile è stata una serie di eruzioni solari prodotte tra il 20 e il 23 settembre. I brillamenti di classe M si sono susseguiti così serrati che è stato difficile per gli eliofisici predire velocità e intensità delle tempeste solari, tanto che quella di lunedì notte ci ha colti un po' di sorpresa! @astrolenz91 #chpdb #astronomia #eliofisica #attivitàsolare

9/26/2023, 10:30:12 AM

Incredibile show di #aurore sabato notte! Il #NordAmerica è molto più favorito di noi per testimoniare questo fenomeno naturale, in quanto il polo nord #geomagnetico si trova sull'Isola di Baffin, molto più vicino a tale continente che al nostro. La foto che vedete è stata scattata sabato notte dalle coste del lago #Michigan, alla stessa latitudine del Nord Italia, e le aurore sono state avvistate fino in Colorado e Missouri (a meno di 40°N!). Il #Sole produce continuamente un vento di particelle cariche ad altissima velocità, che riempie lo spazio tra i pianeti. La #Terra è schermata dal suo campo magnetico, ma occasionalmente il vento solare riesce a infiltrarsi e a scatenare questi spettacoli luminosi in alta atmosfera. Questo avviene più frequentemente quanto il Sole è in un periodo di attività maggiore (come sta avvenendo in questi anni) e quando il campo magnetico interplanetario (legato a quello solare) è allineato in modo da connettersi al nostro. Un po' come due magnetini che si appiccicano o si respingono se li ribaltate. Ora si stiamo avvicinando a un equinozio, ed è stato scoperto che l'attività geomagnetica aumenta in tale occasione, per via di come il nostro pianeta è messo rispetto alla direzione delle particelle del vento solare. Nelle prossime settimane ci saranno sicuramente molte altre occasioni per vedere spettacoli del genere! Solo, auguratevi di non vederli mai dall'Italia. Per far scendere così tanto la latitudine magnetica delle aurore serve una tempesta -molto- potente, di quelle che non passano senza conseguenze sulle nostre infrastrutture elettroniche. @astrolenz91 #chpdb #astronomia #eliofisica #attivitàsolare #auroraboreale Immagine: Ethan Hohnke

9/4/2023, 10:30:08 AM

Enorme punto interrogativo sul Sole? Questa è una vista di una recente eruzione solare con plasma sollevato fino alla corona e temperature di milioni di gradi celsius (rispetto a 5500 sulla superficie solare). La forma dipende dai campi magnetici complessi presenti e in cui il plasma rimane incastrato, prima di piovere di nuovo verso la superficie. Queste sono foto dal Solar Dynamics Observatory, ottenute contemporaneamente ma con lunghezze d'onda diverse, sempre nell'ultravioletto. Per noi ed i nostri occhi, il Sole sarebbe tutto bianco come colore. . Se vi piace lo studio del Sole ed eruzioni solari e come funziona, il campo che se ne occupa si chiama eliofisica (da Helios, dio del Sole). . #spazio #scienza #sdo #nasa #Sole #eliofisica

5/15/2023, 9:01:56 PM

#AURORE OVUNQUE, a tutto tondo! Qui in #Italia facciamo fatica ad accorgerci dell'attività del nostro #Sole e del campo geomagnetico, perché siamo relativamente lontani dal polo nord magnetico. Lo stesso non si può dire del continente Americano, molto più favorito del nostro. Ecco quindi che domenica sera le aurore si sono viste molto a sud, fino al confine con il Messico! In questa foto siamo in Sud Dakota, e lo spettacolo era così intenso e avvolgente che il fotografo Chris Yushta l'ha trasformato in una panosfera. La tempesta era stata ampiamente prevista, grazie ai nostri sistemi di monitoraggio. Venerdì abbiamo osservato il decollo di un filamento solare, un grande "tubo" di plasma incandescente lungo svariate centinaia di migliaia di km. Questa eruzione viene chiamata #CME, o "Eruzione Coronale di Massa", ed è in grado di viaggiare molto rapidamente! Visto che il materiale eruttato si muoveva in direzione della Terra, come da protocollo è stata diramata un'allerta ed è iniziata l'attesa. Alle 19:00 italiane di domenica il satellite #DSCOVR (a 1,5 milioni di km di distanza, tra noi e il Sole) ha osservato un rapido aumento di velocità e densità del vento solare, indice del passaggio della CME. 37 minuti più tardi la tempesta ha colpito il pianeta, generando aurore molto colorate e intense che si sono spinte molto a sud. Qui in Europa sono state visibili dal nord della Germania e persino dalla Slovenia (e quindi Nord Italia), sapendo cosa guardare. L'attività solare permane a livelli medio-alti, ed è in crescita in vista del massimo solare del 2025. @astrolenz91 #chpdb #astronomia #eliofisica #attivitasolare Immagine: Chris Yushta - facebook.com/yushtaphoto

4/25/2023, 11:30:11 AM

Ehi, c'è #Steve! Questa infatti non è un' #aurora, ma un fenomeno ad essa associata: scoperto ufficialmente nel 2016 (ma osservato da sempre), STEVE è un backronym. Cioè, un acronimo realizzato dopo che i cacciatori di aurore avevano iniziato a chiamarlo goliardicamente in quel modo. Significa "Strong Thermal Emission Velocity Enhancement", cioè "Emissione termica intensa da aumento di velocità". Si tratta di un fiume di #plasma estremamente caldo, che sfonda la #magnetosfera terrestre e si scarica nella #ionosfera superiore, producendo un lungo pennello dal tipico colore bianco-rosa tendente a volte al violetto e a volte al rosso. Quasi sempre ci sono delle cortine verdastre intermittenti associate, che però non sono aurore vere e proprie. STEVE si muove a oltre 6 km/s, con temperature di 3000 °C! In questa foto scattata il 23 marzo sera vediamo anche la #Luna e #Venere al termine della cortina di luce. Al contrario di STEVE, le #aurore sono generate da particelle ad alta energia che interagiscono con gli strati superiori dell'atmosfera. Sono quindi in perenne variazione e movimento, e hanno colori decisamente diversi. STEVE invece è molto più stazionario, può durare anche un'ora, e si osserva a latitudini più meridionali rispetto alle aurore classiche. Giovedì 23 sera abbiamo assistito a una #tempesta geomagnetica molto intensa, la più potente da almeno sei anni, che ha prodotto molti fenomeni come questo anche a latitudini molto basse. Il bello è che non ce lo aspettavamo! La tempesta è stata generata da un'eruzione di massa (CME) partita da un buco coronale, una situazione insolita. La CME era molto lenta, e quindi quasi impossibile da vedere e quindi prevedere! Ce ne siamo accorti solo quando i magnetometri dei satelliti di monitoraggio sono impazziti, a 1,5 milioni di km dalla Terra. Mercoledì il #Sole ha prodotto un nuovo brillamento di categoria X, il settimo di quest'anno (quanti avvenuti in tutti il 2022!). L'attività solare è in forte crescita, e ne vedremo delle belle! @astrolenz91 #chpdb #astronomia #eliofisica #attivitàsolare Immagine: Alan Birdsell, da Spokane (USA - WA)

3/31/2023, 11:30:07 AM

Una cascata di #plasma alta 100.000 km. Quasi dieci volte il nostro pianeta. Centinaia di fili e cascatelle si dipanano nella cromosfera solare, man mano che il plasma in sospensione sopra alla superficie del #Sole ricade verso di essa. Ciascuna di quelle cascatelle ha la sezione di un continente. La #protuberanza che vedete, qui fotografata da Eduardo Schaberger Poupeau, si stagliava imponente sopra al bordo del disco solare lo scorso 9 marzo. Il meccanismo esatto con cui il plasma ricade verso la superficie solare non è ancora totalmente compreso, e lo studio di questi fenomeni può avere due grandi risvolti positivi: in primo luogo capire come le stelle in formazione accrescono materiale dal gas circostante (oltre che l'attività in sé del Sole), e in secondo luogo ci può permettere di costruire reattori a fusione nucleare più efficienti, che al momento hanno una serie di interrogativi ancora irrisolti proprio sul comportamento del plasma al loro interno. Sotto alla protuberanza si distende l'immensa fotosfera solare, punteggiata da milioni e milioni di piccole fiammelle di plasma note come spicule, che in corrispondenza delle regioni attive si riorganizzano a formare quelle grandi strutture più chiare o più scure, note come filamenti e macchie solari. @astrolenz91 #chpdb #astronomia #eliofisica Immagine: Eduardo Schaberger Poupeau via Spaceweather.com

3/12/2023, 9:30:09 AM

Iniziamo l'anno con una foto splendida del Sole che sembra sorridere mentre ci bombarda di radiazioni che ci ucciderebbero se non avessimo lo strato dell'ozono! È stata scattata solo pochi mesi fa, ad ottobre, dallo spazio, da un telescopio spaziale specializzato nello studio del Sole, chiamato SDO(Solar Dynamics Observatory) della NASA! Quelle scure sono regioni più intense di attività, chiamate buchi coronati (dove la corona solare è più fredda e debole e da dove scappa nello spazio vento solare più intenso e più radiazione . È letteralmente un sorriso radiattivo della morte! ☠️☠️☠️ . Grazie Sole, eh. . #sole #spazio #astronomia #eliofisica

1/1/2023, 11:49:07 AM

E mentre noi seguiamo #Orion nella sua missione verso la #Luna, il #Sole continua a darsi da fare! Questa è l'eruzione di una #protuberanza solare avvenuta nella mattinata dello scorso 18 novembre. Il #plasma incandescente si solleva dalla superficie della nostra stella per centinaia di migliaia di km, formando un anello di fiamme che poi ricade verso il Sole. L'attività sta aumentando, man mano che il Sole va verso il massimo del suo ciclo undecennale, previsto per il 2025. Al momento si sta rivelando più intenso del previsto, ma se abbiamo imparato qualcosa dai cicli degli ultimi 40 anni è che il Sole fa quel che gli pare e può sempre stupire. Orion porta a bordo anche degli esperimenti per misurare la quantità di radiazioni assorbite nello spazio dagli astronauti. Radiazioni che possono anche essere dovute a questi eventi sul Sole. Questa protuberanza non è decollata del tutto e non c'è stata un'eruzione significativa di materiale, ma può sempre capitare che una forte eruzione avvenga durante lo svolgimento di una missione con astronauti. Nel qual caso più cose sappiamo meglio saremo preparati. @astrolenz91 #chpdb #astronomia #eliofisica #SDO #GOES

11/25/2022, 11:30:14 AM

Quella volta che inseguimmo un' #eclisse di #Sole! Il 25 ottobre si avvicina, con la sua modesta eclisse parziale, visibile da tutta l'Italia. Nulla di che, al Sole mancherà uno spicchietto, ma siccome questi eventi non sono proprio comunissimi non può che essere una bella esperienza darci anche solo un'occhiata. Cosa che invece non accontenta gli astrofisici, ed ecco perché nel 1973 si misero a inseguire un'eclisse di Sole! Anche se foste così fortunati da assistere a un'eclissi totale, questa durerà ben poco. Il massimo possibile è di 7,5 minuti, quando la differenza tra le dimensioni di Sole e #Luna è massima. Questo perché l'ombra della Luna si muove alla velocità orbitale della Luna stessa, pari a 3700 km/h. Se abitate all'equatore la rotazione terrestre (pari a 1700 km/h) vi aiuta, compensando in parte questa velocità, ma rimangono comunque minimo 2000 km/h di velocità relativa alla superficie della #Terra. Pari a due volte la velocità del suono. Ebbene, questo non era un problema per il #Concorde, il magnifico aereo supersonico che faceva in tre ore Londra-New York. Il Concorde è in pensione dal 2003, ma nel 1973 erano già in azione i prototipi definitivi. I ricercatori riuscirono ad aggiudicarsi uno di questi voli sperimentali, e il 30 giugno 1973 cinque gruppi di ricerca salirono a bordo del Concorde 001, il prototipo francese. Obiettivo: osservare l'eclissi più lunga del secolo, che avrebbe attraversato le latitudini tropicali del Sahara. L'aereo intercettò l'ombra della Luna al largo delle coste atlantiche africane, e la seguì per circa 74 minuti, dieci volte più del normale. Tutt'oggi questo record resta inviolato. Il volo diede agli astronomi più tempo osservativo di tutte le spedizioni apposite compiute nel secolo precedente. Perché non è più stato fatto negli altri 30 anni del programma Concorde? Semplice, non ne valeva la pena. Per quanto l'esperienza fosse stata incredibile, i dati prodotti non furono molto diversi da quelli ottenibili da Terra, e di lì a breve la costruzione dei satelliti per l'osservazione continua del Sole direttamente dallo spazio rese inutili imprese di questo tipo. @astrolenz91 #chpdb #eliofisica #astronomia

10/14/2022, 9:30:59 AM

Con il #Sole in piena fase di rincorsa verso il prossimo #massimosolare (previsto per il 2025), è ottima la notizia che la Cina si sta preparando a lanciare il proprio primissimo #telescopio spaziale dedicato allo studio della nostra stella. Si chiamerà Advanced Space-based Solar Observatory, #ASOS per gli ingegneri ma #Kuafu1 per gli amici, ed è in partenza questa domenica! Kuafu è un mitologico gigante che voleva catturare e controllare il Sole. La sonda sarà a 720 km di quota, in un'orbita speciale che non la porterà mai all'ombra della Terra (si chiama eliosincrona, per i più nerd). La sua missione durerà 4 anni, e dopo i sei mesi iniziali, necessari per le calibrazioni, i dati saranno open e accessibili a chiunque nel mondo. Direi ottimi progressi, vista la usuale ritrosia con cui il colosso asiatico condivide i propri successi scientifici. @astrolenz91 Credit: NASA/Goddard/SDO - Il Sole stanotte visto da SDO nella banda a 171 Angstrom www.nature.com/articles/d41586-022-03180 #chpdb #chihapauradelbuio #astronomia #eliofisica #attivitasolare

10/8/2022, 11:30:08 AM

La #macchiasolare, o meglio il gruppo di macchie più significativo del momento è questo qua: si chiama #AR3112 (regione attiva numero 3112), ed è comparsa l'altro ieri dal bordo del disco solare. Il #Sole infatti ruota su sé stesso, in circa 27 giorni, e le macchie evolvono molto in fretta: a volte durano meno di una settimana. Questa si è formata nel lato del Sole a noi nascosto, ed è stata resa visibile dalla rotazione della nostra stella. Si tratta di una regione molto estesa e complessa: guardate rispetto al pianeta #Saturno! Come se non bastasse, ciascuna delle macchiette che la compone è grande circa come il nostro pianeta... la tessitura granulosa che si vede di sfondo viene appunto chiamata "granulazione solare", e consiste di enormi bolle di plasma (enormi = grandi come la Francia) che emergono in superficie, si raffreddano e risprofondano. In pratica il Sole è come una gigantesca pentola dell'acqua per la pasta. Le macchie solari sono zone in cui il campo magnetico solare è particolarmente complicato e "annodato". Il risultato è che alcune zone della superficie del Sole si raffreddano, e risultano quindi più scure del circondario (apparendo appunto come macchie). Questi fasci nervosi di linee magnetiche occasionalmente possono schioccare e spezzarsi, come un elastico che rilascia tutta la sua energia di colpo. Ciò emette molta, molta energia (come miliardi di bombe atomiche), sottoforma di luce ultravioletta e raggi X: il #brillamento, o #flare. Se nei tubi magnetici che si sono spezzati era contenuta materia questa può essere espulsa ad alta velocità nello spazio: l' #eruzione coronale, o #CME. Quando una CME impatta contro il campo magnetico del nostro pianeta si generano intense #aurore, che si spingono tanto più a sud quanto più è intensa la CME. Nel 1859, durante l'evento di #Carrington, furono visibili addirittura da latitudini tropicali! @astrolenz91 #chpdb #chihapauradelbuio #astronomia #attivitàsolare #eliofisica

10/3/2022, 11:30:34 AM

Il #Sole è nuovamente in piena #attività, perché neanche 12 ore dopo che vi avevamo raccontato della nuova serie di importanti #brillamenti ecco che viene prodotto un #flare X1.0! La responsabile è sempre la stessa, #AR3110, una #macchiasolare in rapida evoluzione ma non particolarmente significativa. Non è rivolta verso la #Terra e il brillamento non ha prodotto eruzioni di sorta, quindi niente di che. Però era da questa primavera che non si raggiungeva tale categoria! Curiosamente, mentre AR3110 sparava il suo bel X, anche la neoarrivata #AR3112 si univa alla festa, producendo un brillamento di categoria M. Il primo di quella che potrebbe essere una lunga serie, visto la configurazione magnetica molto complessa di questa regione attiva. Visto la ripresa significativa dell' #attivitàsolare, e in vista del picco del ciclo 25 previsto per il 2025, nei prossimi giorni potremmo fare un po' di post-ripasso su cosa significhi tutto questo, con i vari termini e sigle utilizzate dalla NASA e dal NOAA, l'ente che si occupa (tra le altre cose) di monitorare attentamente l'attività della nostra stella. @astrolenz91 #chpdb #chihapauradelbuio #astronomia #eliofisica #spaceweather

10/3/2022, 9:30:27 AM

Il sole è una stella nana gialla,Il miglior modo per osservare il Sole è proiettare la sua immagine catturata con l'oculare su uno schermo piatto oppure posizionando un filtro solare sulla parte anteriore del tubo del telescopio.Ognuno di questi metodi mostra le macchie solari zone della superficie solari più fredde ad esempio,oppure con appositi filtri inseriti nell'oculare come UV/IR ,si possono vedere più dettagli superficiali #sun #sole #macchiesolari #space #astrography #eliofisica #astronomia #likeforlikes #followforfollowback #follow4followback #nasa #like

5/15/2022, 10:25:03 AM

Ieri alle 15:55 è avvenuto un #flare di classe X1.5! Continua la fase di #attività #solare sostenuta da parte della nostra #stella. Il grande gruppo di macchie dei giorni scorsi, AR 3004, è ruotato al di là del bordo solare, ma in cambio abbiamo due nuove regioni attive: AR 3006 e AR 3007. Molto più modeste come dimensioni, ma molto più complesse come campo magnetico. E campo magnetico complesso significa botti. Ecco quindi che AR 3006 ha prodotto ieri pomeriggio il secondo flare più potente di questo ciclo, che è appena iniziato ma ha già spiazzato gli esperti in quanto a intensità e precocità. Se già adesso siamo a questi livelli il prossimo massimo di attività (picco previsto per l'estate del 2025) sarà quantomeno interessante. Non è ancora chiaro se l'evento ha prodotto un'eruzione di materiale diretta verso la Terra o meno. Nel caso ciò sia avvenuto ci aspettano un paio di giorni con intensa attività aurorale e qualche disturbo alle comunicazioni radio, a causa del riscaldamento della ionosfera. Come ribadisco sempre, visto che molti di voi ci hanno scoperto in un periodo in cui parlavamo pochissimo di attività solare, questa è ordinaria amministrazione per la nostra stella. Non c'è da preoccuparsi. E tranquilli che se ce ne fosse motivo saremmo i primi a informarvi. ;) @astrolenz91 Immagine: NASA / SDO - Bollettino SolarHam #chpdb #chihapauradelbuio #eliofisica #attivitàsolare #astronomia #spazio

5/11/2022, 9:30:06 AM

Una fontana di #plasma più grande del pianeta #Giove. Il #Sole in questi giorni si sta dando molto da fare. Il nuovo ciclo solare (il 25esimo da quando li contiamo) è iniziato nell'inverno 2019-2020, e sta decollando molto rapidamente come intensità e produttività di eventi solari. Questo contrariamente alle aspettative degli eliofisici, che si aspettavano un ciclo sottotono simile al passato ciclo 24. E questo soprattutto in barba a chi dava il Sole per morto e ha passato gli ultimi 10 anni a sbandierare l'arrivo imminente di un profondo minimo solare prolungato, come quello di Maunder del 17esimo secolo, evento che avrebbe portato gelo, morte e distruzione. I fatti sono incontrovertibili, e dopo 10 anni di lavoro su questo progetto possiamo finalmente dire che... ve l'avevamo detto! Negli scorsi giorni un nutrito gruppo di #macchiesolari ha prodotto svariati #brillamenti, tra cui alcuni di classe X, la più elevata. Questo è un timelapse di quello del 30 aprile, poco prima che la rotazione solare nascondesse alla Terra la vista delle macchie che lo hanno generato. Il getto di plasma è lungo 200.000-300.000 km, più del doppio di Giove, e si forma e sparisce in appena un'ora. Un evento estremamente potente che ha pure eruttato del materiale nello spazio (una eruzione coronale di massa), fortunatamente non diretta verso la #Terra. Gli archi di plasma sono formati dal complicato campo magnetico delle macchie solari, come come un fascio di corde elastiche tiene il gas incandescente sospeso sopra la superficie solare. Ogni tanto questi elastici si spezzano improvvisamente, rilasciando grandi quantità di energia e materia: un #brillamento con annessa #eruzione. Tenetevi forte, perché sembra proprio che il ciclo solare 25 ci farà ballare. @astrolenz91 Video: Helionaut - JHelioViewer - SDO AIA 304 (estremo ultravioletto) https://twitter.com/helios_solaris/status/1520445816959295488 #chpdb #chihapauradelbuio #SC25 #eliofisica #astronomia

5/4/2022, 9:30:12 AM

Il #Sole continua a dar spettacolo! È un periodo insolitamente turbolento sulla superficie della nostra #stella. Un grande gruppo di #macchiesolari è apparso e si è ora spostato verso il bordo occidentale, producendo un'intensa sequenza di #brillamenti ed #eruzioni coronali di massa ( #CME). Eruzioni simili a questa che vedete nell'immagine, ampia 5-6 volte più del pianeta #Giove! Per la precisione quella è una protuberanza (prominence), un grande arco di plasma incandescente che si leva dalla superficie solare. A volte capita che il campo magnetico che mantiene il plasma in sospensione si "sfilaccia", e la protuberanza decolla verso lo spazio. Un'eruzione solare a cui non è associato un brillamento (flare) in luce visibile! I fenomeni dell'attività solare sono molti e disparati, e in questo periodo sembra stiano avvenendo un po' tutti insieme. Ricordo anche come il ciclo solare sia al momento ben al di sopra delle previsioni realizzate negli anni scorsi, a indicare che dobbiamo ancora capire molto sul funzionamento della nostra stella! @astrolenz91 Immagine: NOAA / GOES-16 SUVI 304 / Solarham #chpdb #chihapauradelbuio #attivitàsolare #eliofisica #astronomia

4/29/2022, 9:30:07 AM

#BRILLAMENTO DI CLASSE X! Il #Sole ha appena prodotto (19:37 italiane) un #flare - o brillamento - di classe X1.3, ed è il secondo più potente di questo nuovo ciclo di attività, iniziato a fine 2019. La stessa macchia, #AR2975, nei giorni scorsi è stata molto produttiva, generando molti brillamenti di classe M (inferiore alla X, ma comunque belli potenti). I raggi X prodotti dall'evento hanno ionizzato l'atmosfera superiore, causando un blackout radio a onde medie e lunghe sopra le Americhe e il Pacifico. Ora la situazione sta rientrando nel normale. Sembra che ci sia stata anche espulsione di materiale verso la #Terra ( #CME), che si andrà a sommare alle eruzioni generate nei giorni scorsi. Nel corso di questa settimana potremmo vedere un'intensa attività delle #aurore polari! Molti di voi ci hanno scoperto negli anni scorsi, quando il Sole era in pieno minimo di attività e quindi non ne parlavamo mai, ma questa pagina è nata originalmente proprio per raccontare le bizze della nostra stella! È davvero particolare tornare a scrivere articoli di questo tipo, dopo 7 anni di calma (quasi) piatta. Per chi non fosse avvezzo a questi fenomeni, vi dico subito di stare tranquilli: questa è una routine della nostra stella i cui effetti su uomini ed esseri viventi in genere sono estremamente ridotti se non inesistenti. Semplicemente è da miliardi di anni che succede, e nei prossimi mesi e anni ne sentirete parlare un po' di più! :) @astrolenz91 Immagine: SDO / NASA #chpdb #astronomia #eliofisica #attivitasolare

3/30/2022, 9:38:47 PM

Grande lutto nel mondo dell’astronomia: ci ha lasciati oggi a 94 anni Eugene Parker, uno dei padri dell’eliofisica nonché colui a cui è intitolata la sonda Parker Solar Probe della NASA. Qui lo vediamo nell’estate del 2018, a bocca aperta e con lo sguardo rapito proprio durante il lancio della sonda. Non è retorica dire che veder partire una sonda spaziale che porta il proprio nome è un’emozione unica. Con la sonda Parker, infatti, per la primissima volta la NASA dava a una missione il nome di una persona ancora in vita. Un onore quindi più unico che raro, quanto mai appropriato se pensiamo che, semplicemente, Parker Solar Probe non sarebbe esistita senza il lavoro di Eugene Parker. Fu lui, a metà degli anni ’50, a ipotizzare l’esistenza del vento solare (un flusso di particelle cariche emesse dal Sole) e a sviluppare la teoria matematica che lo descrivesse. E lo studio del vento solare è proprio uno degli obiettivi primari di Parker Solar Probe. Tra le aule dell’università di Chicago, quasi 70 anni fa, Parker contribuì in maniera decisiva alla nascita dell’eliofisica come branca dell’astronomia. In buona parte è grazie a lui se oggi, grazie alla sonda che lo onora portando il suo nome, siamo in grado di portare a compimento ciò che non era riuscito a Icaro: “toccare” il Sole. Il nome di Parker continua a vivere in orbita attorno alla stella a cui Eugene dedicò la sua intera vita. E questo, per uno scienziato di questo calibro, è l’onore più grande. @filippo_bonaventura Credits: NASA/Glenn Benson #eugeneparker #parkersolarprobe #nasa #eliofisica #sole #ventosolare #sistemasolare #esplorazionespaziale #spazio

3/16/2022, 3:55:59 PM

Un vero diluvio di #aurora #boreale! Nelle ultime ore la #Terra è stata investita da una forte #tempestasolare, prodotta dalla nostra stella nei giorni scorsi. L'intensità delle aurore prodotte è stata notevole, come vedete in questa foto scattata a Nome, in #Alaska. Il cielo è praticamente illuminato a giorno dai drappi luminosi di questo fenomeno. Le aurore avvengono ad altissima quota, tra 90 e 150 km, e sono il risultato di particelle energetiche di vento solare che colpiscono le molecole della nostra atmosfera. Il colore delle varie bande indica la specie chimica che le produce (ossigeno molecolare, azoto, ossigeno monoatomico, ossidrile, eccetera). L'intensità del fenomeno è stata resa possibile dall'allineamento del campo #magnetico interplanetario, che ha coinciso con quello terrestre, aprendo una specie di "breccia" e riversando molta energia nell'alta atmosfera. Al momento il #Sole non sta producendo eventi significativi, ma la frequenza e intensità di queste tempeste è destinata ad aumentare, man mano che la nostra stella marcia verso il proprio massimo di attività, che avverrà probabilmente intorno al 2025. @astrolenz91 Immagine: John Dean #chpdb #eliofisica #attivitàsolare

3/14/2022, 9:30:06 AM

Mai così da vicino! Il #SolarOrbiter ( #SolO), la sonda europea per lo studio ravvicinato del #Sole, ha catturato lo scorso 2 marzo questo fantastico video, in cui si osserva nel dettaglio un #brillamento sulla superficie del Sole. È quel fascio luminoso che compare nell'ultimo secondo di video. La cosa straordinaria è che la sonda si trovava ad "appena" 75 milioni di km dal Sole, esattamente a metà strada tra la nostra stella e la Terra, e che questo tipo di riprese dei brillamenti solari erano possibili, finora, solo dal nostro pianeta! Significa che questo è il brillamento osservato più da vicino della storia, e la parte fantastica è che il bello deve ancora venire! Lunedì prossimo, infatti, la sonda entrerà all'interno dell'orbita di Mercurio, e il prossimo 26 marzo raggiungerà una distanza dal Sole di 50 milioni di km, un terzo della distanza Terra-Sole. Questo sarà il primo di ben 19 avvicinamenti estremi alla nostra stella, che avverranno nel corso dei prossimi 9 anni. La sonda è stata lanciata a inizio 2020 e finalmente inizia la parte principale della sua missione! Con in massimo di attività solare previsto per il 2025-2026, beh, potremo imparare tantissimo da così vicino! Solar Orbiter è accompagnata da un'altra missione solare, il Parker Solar Probe (USA), che si avvicinerà ancora di più. Il PSP ha molte più protezioni di SolO, e quindi non ha gli stessi strumenti (come la fotocamera ultravioletta che ha scattato queste immagini che state vedendo). @astrolenz91 Video: Solar Orbiter/EUI Team/ESA & NASA #chpdb #eliofisica #astronomia #spazio

3/7/2022, 6:49:32 PM

Due immensi filamenti di #plasma si sono sollevati stamattina dalla superficie del #Sole! Questi grandi archi di plasma, noti anche come protuberanze, possono essere centinaia di volte più grandi del nostro pianeta, e in grado di muoversi a centinaia di km al secondo. Il ciclo solare numero 25, iniziato stando alle stime degli eliofisici nel tardo inverno 2019, sta cominciando a prendere la rincorsa, rendendo più frequenti le #MacchieSolari e i relativi fenomeni associati, come eruzioni coronali, protuberanze, brillamenti e tempeste geomagnetiche. Giusto nelle prime ore di ieri il Sole ha prodotto un #brillamento di classe M5.5, non certo un evento titanico, ma che ha comunque la sua dignità. Il brillamento ha prodotto una #EruzioneCoronale, che però non è diretta verso la #Terra. In compenso il livello dei protoni energetici è temporaneamente salito ai livelli di tempesta di radiazioni minore, S1. A inizio settimana anche il campo magnetico terrestre è stato un po' ballerino, in risposta al vento solare più agitato, generando molte aurore alle alte latitudini. Al momento le macchie che hanno prodotto questi eventi sono ruotate al di là della faccia del Sole a noi visibile, e per qualche giorno dovrebbe tornare un po' di calma. Il ciclo 25 si sta già dimostrando più attivo e intenso delle previsioni. Picco di attività previsto nel 2024, staremo a vedere! @astrolenz91 #spazio #astronomia #eliofisica #attivitàsolare #chpdb #SC25

1/21/2022, 10:07:56 PM

☀️ Il Sole lo ha fatto di nuovo. Tra oggi e domani saremo probabilmente investiti da un forte vento solare, generato da un brillamento il 28 ottobre scorso. In questa immagine (2/6) del Solar Dynamics Observatory della Nasa si vede bene la regione molto luminosa che corrisponde al brillamento. E in effetti i brillamenti sono questo: improvvisi aumenti di luminosità in una regione del Sole, a cui segue un'emissione di plasma solare nello spazio interplanetario. Quello del 28 è stato un fenomeno piuttosto intenso. Per capirci, i brillamenti vengono classificati in base alla loro intensità in cinque classi A, B, C, M e X, ognuna suddivisa in altre nove (quindi A1, A2... Fino ad A9). Il brillamento in questione è di classe X1, non il più intenso possibile ma uno dei più intensi. A luglio scorso c'era stato un brillamento di proporzioni simili e saranno probabilmente più frequenti più ci avvicineremo al massimo di attività solare previsto per il 2025. Cosa rischiamo? Ben poco. A Terra non arriverà nulla perché siamo ben protetti dal campo magnetico e dalla nostra atmosfera. Ci saranno possibili disturbi ai segnali dei satelliti per le telecomunicazioni, ma niente più. Ah sì: c'è il pericolo di vedere aurore polari a latitudini un po' più basse del solito. #brillamento #astronomia #spazio #sole #scienza #astrofisica #eliofisica #divulgazione #nasa #sdo #auroraboreale #aurorapolare #satelliti #divulgers #solarflare

10/30/2021, 9:39:25 AM

Happy Halloween! 👻 Anche il Sole si prepara a celebrare la festa di Halloween: eccolo qui, con l’aspetto della tradizionale zucca, in un’immagine della sonda Solar Dynamics Observatory della Nasa. Crediti foto: Nasa/Gsfc/Sdo #asi #agenziaspazialeitaliana #sole #attivitasolare #sdo #nasa #eliofisica #halloween #pumpkin #jackolantern

10/28/2021, 10:31:56 AM

CI SIAMO! Dopo ben 4 anni, il #Sole ha prodotto il primo #brillamento significativo del nuovo ciclo solare! I brillamenti, o #flare, sono delle improvvise esplosioni di energia sulla superficie del Sole, generate da un processo noto come "riconnessione magnetica". In pratica il Sole possiede un ciclo di attività lungo circa 11 anni, durante il quale il suo campo magnetico diventa progressivamente sempre più complesso e aggrovigliato. Dove questi grovigli "bucano" la superficie della stella (la fotosfera) si generano delle zone più fredde (e quindi scure), note come "macchie solari". Occasionalmente capita che questi grovigli si srotolino improvvisamente, come un elastico che si spezza, rilasciando TANTA energia nel processo. Principalmente raggi X e gamma, che la nostra atmosfera non ha alcun problema a fermare (non temete quindi!). La conseguenza più immediata è un temporaneo blackout radio sulle basse frequenze, prodotto dalla ionizzazione dell'alta atmosfera. Il nostro progetto nacque nel 2012 proprio per raccontare il massimo dell'allora ciclo di attività solare, che avvenne tra il 2011 e il 2014. Ora, dopo un lungo minimo di attività durante il quale le macchie sono quasi completamente scomparse, il Sole torna a fare qualcosa di interessante! La macchia che sabato pomeriggio ha prodotto questo brillamento, che è il più energetico degli ultimi 4 anni, venerdì non esisteva nemmeno e ha ricevuto solo in serata il numero AR 2838. Non è nemmeno la più grossa attualmente visibile. Questo per ricordarci quanto rapida e imprevedibile possa essere l'attività solare. I brillamenti vengono divisi in cinque classi di intensità separate logaritmicamente, ovvero, ciascuna è 10 volte più potente della precedente. I brillamenti più deboli sono quelli di classe A, seguiti da quelli di classe B, poi C, M e infine X, i più potenti di tutti. È a questi che dobbiamo prestare particolarmente attenzione, perché le conseguenze che possono avere per la nostra tecnologia sono importanti. @astrolenz91 Immagine. NASA/SDO/AIA 94 (Sole a 94 Angstrom) #CHPDB #Eliofisica #SC25 #Astronomia #AttivitàSolare

7/4/2021, 9:30:13 AM

La #aurora boreale ieri sera ha dato spettacolo! Questo scatto arriva dall'Alberta, in #Canada, dove i cieli ieri notte si sono accesi di drappi e cortine luminose in movimento. Il motivo? Il #Sole! :D Alle 8:30 ora italiana del 12 maggio il nostro pianeta è stato raggiunto da una #CME, una nube di gas eruttata dal Sole durante la sua attività dei giorni scorsi. CME sta per "Coronal Mass Ejection", cioè "Eruzione coronale di massa", ed è una nube di particelle ad alta velocità che attraversa lo spazio interplanetario. Gli altri pianeti rocciosi sono senza #CampoMagnetico, e indifesi, ma non la #Terra. La nostra #magnetosfera ci protegge da questi eventi. Quando il campo magnetico interplanetario è allineato opportunamente (componente Z verso sud) si aprono però delle "finestre" attraverso le quali le particelle del vento solare possono giungere fino all'atmosfera superiore. Questo avviene sempre presso i poli magnetici del nostro pianeta, e il bombardamento delle particelle cariche accende di luci inquietanti i gas dell'altissima atmosfera (le aurore si formano sopra i 100 km di quota). Il disturbo geomagnetico ha raggiunto livello 7 su una scala da 0 a 9, ed è stata quindi una tempesta di classe G3 (la scala va da G1 a G5, le peggiori). Nulla di che, a parte lo spettacolo nei cieli canadesi. Però questa è la prima tempesta G3 del ciclo solare 25, appena iniziato. Nei prossimi anni diventeranno sempre più normali come eventi! @astrolenz91 Immagine: John David McKinnon #spazio #astronomia #eliofisica #attivitàsolare #universo

5/13/2021, 9:30:58 AM

Nuovo fuoco d'artificio sul #Sole! Il ciclo solare numero 25 da quando studiamo la nostra stella sembra stia ingranando la marcia! :D Ieri sera, alle 21:04 italiane, una nuova #MacchiaSolare appena "sorta" dal bordo della nostra stella si è prodotta in un #brillamento che ha raggiunto la classe M3.9. È il secondo brillamento M in un mese, ed è il secondo per intensità del nuovo ciclo solare (dietro un M4.4 del 29 novembre 2020). Dico "sorta" perché la nostra stella ha un periodo di rotazione (circa 27 giorni, dipende a che latitudine lo misuri), e quindi noi dalla Terra vediamo le macchie comparire dal bordo est e scomparire nel bordo ovest del Sole. Questa macchia in particolare, etichettata ex-novo AR 2822, l'abbiamo già vista: è la ex AR 1817, la compagna della macchia che il 14 aprile ha prodotto l'altro brillamento M che vi dicevo. Le macchie compaiono e scompaiono sulla superficie del Sole man mano che il suo tormentato campo magnetico si evolve, ma occasionalmente riescono a sopravvivere per più di una rotazione solare e quindi le vediamo ricomparire a est. Solitamente succede con le più grosse, quindi è un po' una sorpresa che AR 1817 ci sia riuscita, visto le dimensioni contenute. Al brillamento (l'emissione di radiazione intensa a causa della riconnessione dei grovigli di campo magnetico) sembra essere associata una CME (Eruzione coronale di massa), fortunatamente diretta lontano dalla Terra, visto che l'eruzione è avvenuta sul bordo del Sole. Era davvero tanto tempo che non vi parlavamo di attività solare in questi termini, sembra un po' di essere tornati ai vecchi tempi! Era il 2014 :D Il picco del ciclo è previsto tra il 2024 e il 2026. Ne avremo da raccontare... @astrolenz91 Immagine: NASA/SDO - ritaglio: SolarHam.com #spazio #attivitàsolare #eliofisica #tempestasolare #aurore #flare #cme #spaceweather #spazio #astrofisica

5/8/2021, 2:39:45 PM

La #APOD di ieri è la tipica foto che può essere realizzata da qualcuno con grande precisione, abilità ed esperienza (e strumentazione :P). Perché Mehmet Ergün è riuscito non solo a realizzare un magistrale scatto della fotosfera solare e delle sue squisite strutture (granulazione, protuberanze, spicule), ma è anche riuscito a cronometrare lo scatto con un transito della Stazione Spaziale Internazionale davanti al disco solare! Non facile, anzi per niente. La qualità è sufficiente da permettere di ricostruire con precisione la struttura della Stazione, si distingue persino la capsula Dragon (Endeavour) attraccata al modulo Harmony! @astrolenz91 #spazio #astronomia #fotografia #esplorazionespaziale #sole #pianeti #eliofisica

5/5/2021, 11:31:33 AM

Si chiamano Solar-C EUVST ed EZIE, e sono due nuove missioni spaziali della NASA dedicate all'eliofisica e allo studio del meteo spaziale. Ne parliamo meglio nell'articolo in BIO #elio #fisica #eliofisica #physics #physical #sole #spazio #nasa #sun #telescopio #space #sunset #spaceweather #meteo

1/3/2021, 11:50:19 AM

Buongiorno popolo delle stelle! Iniziamo la giornata con questa meravigliosa #aurora boreale fotografata da Göran Strand nel 2016, quando il minimo di attività solare stava iniziando. Il verde è dovuto agli atomi di ossigeno nell'alta atmosfera, a oltre 80 km di quota, che vengono colpiti dalle particelle cariche provenienti dal sole, il cosiddetto vento solare. Quando il vento solare rinforza ecco che sulla Terra si accendono le aurore! Il Sole sta lentamente uscendo dal suo letargo, e stanotte una nuova macchia solare (AR 2781) ha prodotto un brillamento di classe C7. Poco e niente, però è lo sbadiglio al termine del letargo in cui il Sole è stato negli ultimi due anni. Finalmente si ricomincia a parlare di attività solare! :D @astrolenz91 #chpdb #AuroraBoreale #VentoSolare #AttivitàSolare #eliofisica

11/5/2020, 9:30:21 AM

Sono le 11:18 del 1° settembre 1859. Richard Carrington e Richard Hodgson stanno osservando il Sole al telescopio. All’improvviso vedono due lampi provenire da un gruppo di macchie solari. Più luminosi della superficie stessa del Sole. Non lo sanno ancora, ma sono stati i primi esseri umani ad avere osservato un flare solare. Un flare si verifica quando l’energia del campo magnetico sulla superficie di una stella viene trasferita alle particelle cariche che compongono il plasma. Queste si scaldano e vengono accelerate violentemente. Il flare di Carrington e Hodgson è particolarmente violento. Una parte della corona solare viene espulsa, sparata dritta verso il nostro pianeta a 8.500.000 km/h. Diciassette ore e mezza dopo la massa di particelle cariche raggiunge la Terra. Compaiono aurore boreali in luoghi impensabili: Cuba, Hawaii, Cina, Messico, Italia. Persino in Colombia, praticamente all’equatore. Le particelle cariche interagiscono con il campo magnetico terrestre provocando la più violenta tempesta geomagnetica mai registrata. Le reti telegrafiche in Europa e in Nord America cedono: i fili di rame e intercettano le correnti elettriche generate dalla tempesta nella ionosfera. Carrington capisce che quanto sta accadendo è dovuto ai lampi che ha visto ieri. La tempesta passerà alla storia come “evento di Carrington”. Se una tempesta del genere si abbattesse oggi sul nostro pianeta sarebbe un disastro. Salterebbero le comunicazioni radio. Verrebbe dimezzata la flotta dei satelliti, che ci danno internet, GPS, telecomunicazioni e permettono le transizioni di denaro. La rete elettrica verrebbe compromessa. Provate a immaginare la vostra vita senza elettricità. O ancor peggio il sistema dell’economia e della finanza. Eventi come quello di Carrington sono rari: ci vuole sfortuna per essere beccati in pieno come accadde nel 1859. Ma possono succedere ancora. Il danno sarebbe enorme e i tempi di ripresa lunghi. Fortunatamente esistono piani di emergenza e il nostro sistema di previsione dell’attività solare migliora costantemente. Sapere in anticipo ci permetterebbe di correre ai ripari in tempo evitando parte dei danni. @filippo_bonaventura Credits: ESA/NASA

9/4/2020, 3:15:50 PM

IL NUOVO CICLO SOLARE È IN ARRIVO! Non sembra, ma al momento la nostra stella preferita sta dormendo della grossa. Non preoccupatevi, è parte della sua natura stessa! Il #Sole infatti possiede un ciclo di attività, un po' come i cicli circadiani degli esseri viventi. Solo che il suo è lungo 11 anni :D Tutto inizia così: il Sole appare come una perfetta palla da biliardo, perfettamente liscia e senza imperfezioni. Il suo campo magnetico è come quello di una calamita a barretta: polo nord, polo sud e linee di campo perfettamente parallele e chiuse che li uniscono. Poi le cose cominciano a farsi complicate. Questo perché il Sole ha il vezzo di ruotare più rapidamente all'equatore che ai poli; dopotutto è una palla di gas incandescente e non si comporta come un corpo rigido. La rotazione differenziale comincia a trascinare le linee del campo magnetico, le avvolge, attorciglia e annoda, finché queste non prorompono in alcuni punti della superficie solare: è nata una macchia solare, una regione ad alto campo magnetico e temperatura leggermente inferiore. Passa il tempo, il campo magnetico solare si complica sempre di più, si ingarbuglia e si sfianca, e a volte si riconnette catastroficamente, liberando un sacco di energia: eccovi i brillamenti e le tempeste solari. A metà del ciclo l'attività solare è massima, ed è seguita con estrema attenzione da Terra. Poi le macchie ricominciano a svanire, il campo si sgarbuglia e la stella ritorna uniforme e placida. Cos'è successo? La polarità del campo magnetico si è invertita, come quando si ribalta la calamita! Come il campo magnetico solare viene generato (tramite la dinamo solare) e come questo si evolve nel tempo sono ancora dei grandi misteri. Attualmente i nostri modelli cominciano a predire un po' l'attività futura (in grafico vedete che siamo in pieno minimo e il massimo è previsto per il 2026) ma c'è ancora molto da fare! A questa e altre domande vuole tentare di rispondere la missione #SolarOrbiter, della quale oggi saranno svelate le primissime immagini ravvicinate del Sole! Non perdetevi la diretta alle 13:00 su Facebook e YouTube! @astrolenz91 #chpdb #astronomia #eliofisica

7/16/2020, 10:30:54 AM

MAI COSÌ VICINI! Manca solo un giorno al disvelamento delle nuovissime immagini del #Sole ottenute da #SolarOrbiter, la missione #ESA per lo studio ravvicinato della nostra stella! Le immagini, che saranno mostrate in una conferenza stampa domani alle 14:00 italiane, e che noi seguiremo in diretta Facebook e YouTube, sono le più ravvicinate mai ottenute del Sole, da una distanza di appena 77 milioni di km! Ok sembrano tanti, ma è la metà della distanza Terra-Sole, e nessuna sonda aveva mai fotografato la superficie della nostra stella da tale distanza. Solar Orbiter è una missione ESA-NASA lanciata a febbraio di quest'anno. La sonda è stata inserita su un'orbita che la porterà a compiere svariati incontri con il pianeta Venere, la cui gravità sarà sfruttata per "alzarla" fuori dal piano dell'eclittica, ovvero quello su cui giacciono più o meno tutte le orbite dei pianeti del sistema solare. Al termine dei vari incontri, Solar Orbiter sarà su un'orbita inclinata di 24° gradi, e ciò le permetterà di osservare direttamente i poli del Sole, cosa impossibile per chiunque si trovi nell'eclittica! Inoltre, la distanza di massimo avvicinamento sarà ulteriormente ridotta, e nel 2027 raggiungerà appena 0,28 UA, o 60 raggi solari (42 milioni di km). C'è un'altra sonda solare, il Parker Solar Probe, che si avvicinerà molto di più al Sole, ma a causa di questo non è dotata di strumenti in grado di osservare direttamente la superficie della stella: troppo vicina! Le delicate strumentazioni vanno protette dal calore con uno scudo termico, e ciò impedisce l'osservazione diretta. Anche Solar Orbiter è dotata di uno scudo termico, ma grazie al perielio più ridotto è in grado lo stesso di puntare verso il Sole una fotocamera a ultravioletti (oltre a un arsenale di strumentazione varia), di cui probabilmente domani vedremo le prime immagini. Lo scopo della missione è rispondere a quattro grandi interrogativi irrisolti sulla nostra stella: come si origina il vento solare? E la dinamo solare? Come vengono prodotte le particelle energetiche nelle eruzioni solari? Cosa controlla l'eliosfera? Forse da domani sapremo qualcosa di nuovo! @astrolenz91 #chpdb #astronomia #eliofisica

7/15/2020, 10:30:05 AM

PRONTI PER PER LE NUOVE IMMAGINI DEL #SOLE? Oggi la @europeanspaceagency ha annunciato che la prossima settimana, giovedì 16 luglio, svelerà al pubblico le prime immagini del Sole raccolte dalla sua ultima sonda, #SolarOrbiter, lanciata a febbraio di quest'anno. Le immagini sono state scattate da appena 77 milioni di km di distanza dal Sole, la metà di quella che ci separa dalla nostra stella! Sono pertanto le immagini del Sole più vicine mai realizzate! La sonda solare della NASA, il Parker Solar Probe, scende ancora più in profondità nel pozzo gravitazionale solare (raggiungerà a settembre un perielio di appena 14 milioni di km) ma i suoi strumenti non sono pensati per studiare e fotografare il Sole, bensì la sua atmosfera esterna. Il Solar Orbiter dell'ESA invece ha una serie di fotocamere X e ultraviolette pensate per osservare la superficie solare, e risolvere il mistero del cosiddetto "riscaldamento coronale". In pratica, l'atmosfera esterna del Sole ha una temperatura di milioni di gradi, molto superiore alla superficie solare stessa, e il meccasnismo tramite il quale il calore viene trasferito e immagazzinato nella corona è ancora misterioso. Daniel Müller, il Project Scientist della sonda, ha dichiarato che "le immagini superano tutte le aspettative, e vediamo indizi di fenomeni inediti che non eravamo mai stati in grado di osservare in dettaglio prima d'ora". In pratica non perdetevi il disvelamento delle nuove immagini la prossima settimana! E già che ci siamo, con il solleone di luglio a qualcuno sarà passato per la testa che spegnere il Sole potrebbe essere una buona idea. Magari buttandoci sopra una secchiata d'acqua. A questa e altre 21 domande e situazioni assurde diamo risposta nel nostro libro, #SeTutteLeStelleVenisseroGiù (link in bio). Spoiler: è una PESSIMA idea. @astrolenz91 #chpdb #astronomia #eliofisica

7/9/2020, 3:27:07 PM

Quest'oggi, alle 13.34 italiane, la Terra ha raggiunto l’afelio, il punto della sua orbita più lontano dal Sole. Eravamo a 152.095.289 km, la massima distanza per il 2020! Sento qualcuno di voi chiedersi «Ma come, se il Sole è più lontano non dovrebbe fare più freddo? Perché allora è estate?». La verità è che la quantità di calore che riceviamo dal Sole dipende molto poco da quanto varia la sua distanza durante l'anno. Tra afelio e perielio (il punto dell’orbita più vicino al Sole, che corrisponde ai primi giorni di gennaio) la distanza varia di appena il 3,5%. Il Sole è più debole del 6,5% oggi rispetto al perielio: una differenza non minuscola ma assolutamente sovrastata dall’effetto dovuto all’inclinazione dell’asse terrestre. In generale, la differenza tra afelio e perielio non ha alcun effetto sulle temperature globali. Anzi, al perielio la temperatura globale media è maggiore all’afelio, per la precisione di 2,3 °C. Questo perché all’afelio è estate nell’emisfero boreale, dove risiede la maggior parte delle terre emerse. I continenti sì scaldano più delle acque, quindi durante l’estate boreale l’emisfero nord si scalda più di quanto faccia l’emisfero sud durante l’estate australe. Un’altra differenza tra afelio e perielio è che adesso stiamo sfrecciando più lentamente attorno al Sole. Il motivo è lo stesso per cui quando un danzatore sul ghiaccio esegue una trottola e stende le braccia ruota più lentamente: più ci si allontana dal centro di rotazione più lento devi andare. I fisici chiamano questa cosa “conservazione del momento angolare”, ma se la chiamate “seconda legge di Keplero” farete decisamente più bella figura alle feste. La conservazione del momento angolare è onnipresente in astronomia, che è sostanzialmente la scienza delle cose che ruotano. Per esempio, è il motivo per cui la Luna si allontana da noi di 4 cm all’anno e la durata del giorno si allunga di 15 milionesimi di secondo all’anno. Ma in questo caso è il motivo per cui la nostra estate (il periodo a bassa velocità attorno all’afelio) dura 5 giorni più dell’inverno. Ed è il motivo per cui da oggi torniamo ad avvicinarci alla nostra stella preferita: il Sole. Matteo, Filippo

7/4/2020, 11:51:09 AM

Visto che l'argomento dello #spaceweather sembra aver stimolato tante curiosità vi mostro oggi la sonda #Parker. Come già scritto qualche giorno fa, al centro della comprensione del nostro ambiente spaziale c'è la consapevolezza di quanto siano collegate tra loro il #Sole , le atmosfere dei pianeti e le radiazioni intorno alle altre stelle circostanti. Per questo è importante comprendere queste connessioni in uno studio chiamato #eliofisica che tiene conto continuamente di eruzioni improvvise di materiale, radiazioni e particelle su uno sfondo del normale deflusso di materiale solare quello che noi abitualmente chiamano #ventosolare . Per fare questo e per poter avere i dati migliori si è creato un vero e proprio laboratorio spaziale sfruttando l'allineamento di alcuni dei migliori osservatori tra cui la sonda solare Parker, durante il suo quarto sorvolo solare approfittando di questo lungo periodo di quiete nell'attività solare per avere una condizione ideale per lo studio delle condizioni di fondo. Con questo sistema con osservatori spaziali dislocati in vari punti e a diverse distanze dal sole capite che l'osservazione risulti ancora più completa. Il Sole come sappiamo è una stella attiva con un campo magnetico si estende nell'intero #sistemasolare come vento solare Come già scritto anche nei giorni passati, per decenni abbiamo osservato il Sole, lo spazio vicino alla Terra e altri pianeti e persino i confini più distanti della sfera di influenza del Sole per decenni. Con il lancio della sonda Parker abbiamo osato ancora di più avvicinandola al Sole fino a 6.200.000 km dalla superficie solare. Nella sua missione fino ad oggi ha avuto 4 incontri ravvicinati che hanno già rivelato una nuova immagine della sua atmosfera. Arrivati al 4 avvicinamento iniziato circa 4 mesi fa Parker è passata tra la terra e il sole e questo ci ha permesso di misurare il vento solare vicino al sole e in differita sulla nostra terra qualche giorno dopo. Questa è stata un'occasione unica di studio A questo vantaggio di è aggiunta la coincidenza della minima attività solare quindi l'eliminazione del disturbo di eventuali eruzioni improvvise di plasma. Vedremo i risultati

6/15/2020, 2:08:37 PM

È il 1964: vanno di moda cose come i bikini e i Beatles mentre Arno Penzias e Robert Wilson, due fisici dei Bell Laboratories, hanno un problema con con un’antenna per microonde. Rilevano un segnale uniforme che proviene da tutte le direzioni. I due attribuiscono la colpa a dei piccioni che avevano deciso di nidificare nell’antenna. Dopo una strenua lotta i due scienziati hanno la meglio sui volatili, ma il segnale anomalo c’è ancora. La colpa non era dei piccioni, ma dell’espansione dell’universo. Penzias e Wilson avevano appena scoperto la radiazione cosmica di fondo (CMB). Il CMB è un bagno elettromagnetico che permea l’intero cosmo e che ebbe origine quando l’universo divenne trasparente alla luce, 380.000 anni dopo il Big Bang. Essendo stato prodotto dall’universo stesso, è il riferimento più “assoluto” rispetto a cui misurare le velocità. Studiandolo notiamo che rispetto al CMB la nostra galassia ha un moto netto di oltre 600 km/s nella direzione del Centauro. Studiando il moto di molte altre galassie scopriamo che anche loro si stanno muovendo nella stessa nostra direzione e a velocità simili. È come se ci fosse qualcosa che ci attrae tutti verso un punto ben preciso nel Centauro. Questo punto è noto come “Grande Attrattore”. Quella zona è coperta dal disco della nostra galassia, ma studiando i moti di circa 100.000 galassie troviamo che lì c’è qualcosa di grosso. La nostra galassia fa parte del Gruppo Locale, che fa parte del superammasso della Vergine. Scopriamo che questo a sua volta fa parte di un superammasso ancora più grande: Laniakea. Una struttura colossale con una massa di 100.000 Vie Lattee, che si estende per oltre 500 milioni di anni luce. Se troviamo il centro di gravità di Laniakea scopriamo che sembra coincidere con il Grande Attrattore. Questo non è quindi un oggetto gigantesco e mostruoso, ma soltanto un luogo fisico, un baricentro. La posizione precisa è nell’ammasso del Regolo, a 220 milioni di anni luce da noi. Questa è una foto che ritrae la zona. Sembra un panorama spaziale come un altro, ma lì è dove stiamo andando. E ogni secondo che passa ci avviciniamo di 600 km. -Filippo Credits: ESA/Hubble & NASA

11/19/2019, 6:49:25 PM

È facile per noi, che ce ne stiamo belli tranquilli qui sulla superficie della Terra, dire che non è piatta. Certo, abbiamo foto e mille altre prove del fatto che è una palla, ma se vi dicessimo che in realtà… dipende? 😛 Il vecchio Albert ci ha insegnato che la dimensione di un oggetto in movimento diminuisce lungo la direzione del moto: si chiama “contrazione delle lunghezze”. Per esempio, per noi che siamo a terra un aereo in volo è impercettibilmente più corto dello stesso aereo fermo in aeroporto. E siccome non esiste un punto di vista privilegiato, per l’aereo in volo è invee la Terra a contrarsi un po’. In altre parole, l’aereo vede la Terra un po’ “appiattita”. L’effetto è ovviamente minuscolo per un aereo (meno di un millesimo di millimetro), ma si può fare di meglio a velocità più alte. E si può fare MOLTO meglio quando ci si avvicina alla velocità della luce. Non abbiamo aerei che vanno così veloci, ma abbiamo i raggi cosmici. Particelle cariche (tipicamente protoni, elettroni e nuclei di elio) accelerate da eventi astrofisici molto energetici (brillamenti solari, supernovae e altri cataclismi celesti) che colpiscono la nostra atmosfera a velocità relativistiche. Il record di velocità misurata per raggio cosmico rimane imbattuto dal 15 ottobre 1991, quando alcuni astrofisici americani misurarono il passaggio di una particella così energetica che la ribattezzarono “Oh-my-God particle”. La Oh-my-God particle è l’Usain Bolt dei raggi cosmici: viaggiava al 99,9999999999999999999995% della velocità della luce! Aveva la stessa energia di una palla da tennis che vola a 150 km/h, e se non vi sembra poi così tanto considerate che era concentrata in un nucleo atomico 😱 A quella velocità la contrazione delle lunghezze non è più un fenomeno trascurabile. Per una particella che si muove verso la Terra alla “Oh-my-God speed”, lo spessore del nostro pianeta è di… 0,04 millimetri! Immaginate un disco del diametro di quasi 13.000 km e lo spessore di un capello umano. Così sarebbe apparsa la Terra per un ipotetico osservatore a cavallo della Oh-my-God particle. Piuttosto piatta, no? 😉 -Filippo

9/19/2019, 5:57:27 PM

STELLE DA RECORD #2 Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana… Scherzo, è stato poco tempo fa e in una galassia vicina vicina. Appena 160.000 anni luce da qui. Talmente vicina da essere una nostra galassia satellite: la Grande Nube di Magellano. Laggiù si trova la Nebulosa Tarantola, che è la regione di formazione stellare più attiva del Gruppo Locale. Non più di un milione e mezzo di anni fa, nella Tarantola nasceva questo ammasso stellare, vera e propria fucina di mostri celesti. Qualunque lingua venga parlata da chi mai dovesse vivere laggiù non avrebbe la parola “notte”. La stella più mostruosa si trova proprio al centro dell’ammasso. Gli astronomi la chiamano R136a1, perché non sanno dare i nomi alle cose. Questa è di gran lunga la stella più massiccia e più luminosa di cui siamo a conoscenza. Quando ero all’università si riteneva che non potessero esistere stelle con più di 150 masse solari. Evidentemente però possono, perché R136a1 è nata con circa 320 masse solari. TRECENTOVENTI. Ed è luminosa come 8,7 MILIONI di Soli. Fermatevi un minuto a immaginare un astro che DA SOLO è più luminoso del più luminoso ammasso globulare conosciuto… R136a1 è una stella di Wolf-Rayet, cioè una psicopatica furibonda che si strappa di dosso gli strati più esterni di idrogeno e li scaglia ovunque. Al contrario dei bambini appena nati, una Wolf-Rayet perde massa man mano che invecchia. Non sappiamo con precisione quanta massa abbia perso: oggi potrebbe avere dalle 265 alle 315 masse solari, a seconda di quanto è “vecchia”. Comunque sia non invecchierà a lungo, e quando se ne andrà lo farà col botto. Se sul letto di morte peserà meno di 250 masse solari esploderà come una supernova a instabilità di coppia. Se avete problemi sentimentali questo nome potrebbe non piacervi, ma ormai abbiamo appurato che gli astronomi non sanno dare i nomi alle cose. Si stima che alla sua morte R136a1 possa liberare 10 masse solari di ferro. Lo stesso che serve a fare l’emoglobina senza cui non potreste vivere. Chi credete ve lo abbia dato quel ferro? Una supernova, ve lo ha dato… -Filippo Credits: NASA/ESA

9/18/2019, 6:58:22 PM

STELLE DA RECORD #1 La Terra sembra così grande per noi che ci abitiamo. Ogni uomo è nato qui. Tutta la storia è avvenuta qui: imperi, guerre, religioni, rivoluzioni. Tutto ciò che amiamo e odiamo è qui. Quando abbiamo imparato a uscirne grazie alla tecnologia spaziale, per la prima volta abbiamo visto la Terra come qualcosa di piccolo. Voyager 1 ce l’ha mostrata come un pallido puntino blu. E poi ce li abbiamo anche dietro casa pianeti ben più grandi: Giove può contenere al suo interno 1321 Terre. E Giove è una pallina. Nella nostra stella potremmo infilare 985 Giovi. Sono un milione e trecentomila Terre. E credete che il Sole sia grande? Macché, è il Mario Rossi della Via Lattea. Le stelle giganti e supergiganti si chiamano così per un motivo. Prendiamo Aldebaran, la gigante arancione che impreziosisce il Toro: può contenere al suo interno quasi 85.000 Soli, o cento miliardi di Terre. Alla spalla sinistra di Orione c’è Betelgeuse, una supergigante rossa il cui raggio è 1000 volte quello del Sole. Dentro Betelgeuse può abitare un miliardo di Soli. Ma nessuna stella che conosciamo è grande come UY Scuti. Si trova a 5100 anni luce da noi, nella costellazione dello Scudo. Al suo interno ci stanno CINQUE MILIARDI di Soli. Ha un raggio 1708 volte quello solare. Sono 8 unità astronomiche! UY Scuti è così grande che, se fosse al posto del Sole, la sua superficie si troverebbe oltre l’orbita di Giove! Esatto, lo stesso Giove che può contenere al suo interno 1321 Terre. UY Scuti potrebbe ospitarne 6,5 MILIONI DI MILIARDI: tante quante sono le stelle in VENTISEIMILA galassie grandi quanto la nostra. Ma forse pochi di voi si sono mai chiesti qual è la stella più piccola a noi nota. È EBLM J0555-57Ab, chiamata così perché gli astronomi non sanno dare i nomi alle cose. Si trova a 630 anni luce da noi, nel Pittore. E sapete quanto è grande? Come Saturno. Avete capito bene: ci sono pianeti più grandi di questa stella. Se fosse grande come una palla da calcio, UY scuti avrebbe le dimensioni del monte Cervino, sfiorando i 4500 m. Ora guardate dalla finestra: vi sembra ancora grande la nostra Terra, con tutti i suoi re e imperatori? -Filippo

9/17/2019, 7:30:07 PM

Nel 1609 Galileo puntava per la prima volta un cannocchiale verso Giove e per primo osservava i satelliti medicei. Un puntino luminoso circondato da quattro puntini più piccoli era tutto ciò che comparve all’occhio dello scienziato pisano. Quattrocento anni dopo siamo in grado a produrre immagini del genere. Quello che vediamo è l’ombra di Io, una delle quattro lune medicee, proiettarsi decisa e nitida sulla superficie del gigante gassoso. Questa però non è un’immagine ottenuta con un cannocchiale. Già, perché in quattro secoli abbiamo imparato due o tre cose su come sparare roba nello spazio e mandarla in giro. Abbiamo imparato a costruire telescopi, sonde spaziali e razzi. Abbiamo imparato a calcolare le traiettorie delle sonde e dei pianeti, e fare arrivare le prime dai secondi. Quattro secoli di progresso scientifico e tecnologico, di successi e fallimenti, di grandi menti e duro lavoro, sono serviti per imbastire tutto il necessario affinché la sonda Juno potesse percorrere 2,8 miliardi di km nello spazio interplanetario e incontrare il pianeta più maestoso del nostro sistema solare, attorno a cui orbita fedele dal 2016. Il 12 settembre l’occhio di Juno osservava questo panorama al tempo stesso incantevole e inquietante. Se ci fossimo trovati laggiù saremmo rimasti incantati dalla vista di un’eclisse solare. Abbiamo fatto davvero tanta strada dalla prima volta che Galileo puntò per la prima volta il suo cannocchiale al cielo. Abbiamo scoperto che la Terra orbita intorno al Sole e che esistono altre galassie. Abbiamo scoperto che l’universo si espande e che un’energia sconosciuta accelera questa espansione. Abbiamo scoperto che l’universo non è eterno ma è nato e quando è nato era piccolo piccolo, proprio come noi. Dopo quattrocento anni abbiamo capito molto, e tanto ancora ci rimane da capire. Ma una cosa è sempre rimasta invariata: l’incanto di fronte alle cose che abitano il cielo e la curiosità di capire come sono fatte, che poi è un modo nemmeno tanto sofisticato per dissimulare il nostro ancestrale desiderio di arrivare fin lassù e vederle di persona. -Filippo Credits: NASA / JPL-Caltech / SwRI / MSSS / Björn Jónsson

9/16/2019, 9:45:06 PM

Diciamoci la verità: il primo oggetto interstellare non si scorda mai. Però anche il secondo non è male… Era l’ottobre del 2017 quando Robert Weryk scoprì ʻOumuamua, il primo corpo celeste proveniente da un altro sistema stellare beccato a transitare dalle nostre parti. Era a “sole” 0,2 unità astronomiche dal nostro pianeta. Con la sua forma allungata e la sua orbita anomala, classificare questo oggetto fu molto difficile. Cometa o asteroide? Il dibattito durò mesi, poi si stabilì che era una cometa. Oggi salutiamo invece C/2019 Q4 (Borisov), una bella cometa interstellare chiamata così perché gli astronomi non sanno dare i nomi alle cose. Urge un soprannome, per intanto ci limiteremo a chiamarla “Gigia”. Gigia è il secondo oggetto interstellare di cui si ha notizia. NON è ancora stata classificata ufficialmente come interstellare, ma molto probabilmente lo sarà. Avrete anche letto, o leggerete in questi giorni, che è la prima cometa interstellare mai scoperta, ma ʻOumuamua è appunto una cometa, quindi povera Gigia, arriva sempre seconda in tutto. A scoprire Gigia è stato il 30 agosto l’astronomo ucraino Gennedy Borisov. Gli specchi di vari telescopi in tutto il mondo hanno seguito l’oggetto per giorni fintanto che se ne è determinata l’orbita fortemente iperbolica, suggerendo così un’origine interstellare. Quindi da dove viene Gigia? Dai bastioni di Orione? Dalle porte di Tannhäuser? Non lo sappiamo ancora. Serve tempo per determinare con precisione l’orbita di questo oggetto. Quello che sappiamo per certo è che si tratta  una cometa abbastanza attiva delle dimensioni di qualche km, forse anche 10 km. Un bel bestione quindi, abbastanza da provocare un’estinzione di massa se ci cadesse addosso, ma fortunatamente non ci sfiorerà nemmeno: il perielio verrà raggiunto nei primi di dicembre a quasi 2 unità astronomiche dal Sole, una distanza di assoluta sicurezza anche per i fan più sfegatati del finale de “La coscienza di Zeno”. Prepariamoci ad abituarci a questi visitatori: due comete interstellari in due anni significa che probabilmente questi oggetti sono più comuni di quanto ci aspettassimo… -Filippo Credits: G. Borisov

9/13/2019, 5:17:24 PM

Per la prima volta abbiamo trovato vapore acqueo nell’atmosfera di una super-Terra rocciosa che orbita nella fascia di abitabilità della sua stella. Significa che POTREMMO aver trovato un esopianeta abitabile non poi così dissimile dalla Terra con oceani in superficie 😍 K2-18 è una nana rossa a 110 anni luce da noi (non 110 MILIONI come riportato purtroppo da una testata nazionale...) nella bellissima costellazione del Leone. Attorno a questa stella orbita il pianeta K2-18b, una una super-Terra di 2,2 raggi terrestri e 8,6 masse terrestri. Sembra un pianeta roccioso dotato di un’estesa atmosfera e una gravità non troppo diversa dalla nostra (1,5g). La temperatura di equilibrio è di –8 °C (superiore a quella terrestre) e oscilla tra –73 °C e 47 °C, numeri molto vicini a quelli nostrani. L’acqua liquida in superficie è quindi possibile, ma non certa: potrebbe anche essere un pianeta ghiacciato. Al momento è il miglior candidato a ospitare la vita tra gli esopianeti conosciuti. Va detto che l’abitabilità di K2-18b è tutt’altro che certa. Le nane rosse presentano brillamenti abbastanza intensi. Essendo particolarmente fredde (meno di 3500 °C) hanno fasce di abitabilità molto vicine, facilmente raggiungibili dai brillamenti. K2-18b potrebbe quindi essere raggiunto da una ingente quantità di raggi cosmici. Insomma, questo esopianeta non è proprio una Terra 2.0, come sostengono sin troppi articoli. A parte le dimensioni e la massa diverse dalle nostre, anche l’atmosfera è molto più spessa di quella terrestre e ha una composizione chimica differente: potrebbe assomigliare più a Nettuno che alla Terra. Ma lo studio di questo pianeta rimane particolarmente importante. Un altro punto di cui si è parlato poco negli articoli divulgativi è il fatto che non sappiamo QUANTA acqua ci sia nell’atmosfera di K2-18b. Potrebbero essere tracce, oppure il 50% dell’intera atmosfera. Il salto di qualità avverrà con la prossima generazione di telescopi spaziali, come il James Webb della NASA. Quest’ultimo è stato recentemente assemblato e, incrociando le dita, dovrebbe partire nel 2021. Non vediamo l’ora 😍 -Filippo Credits: ESA/Hubble, M. Kornmesser

9/12/2019, 3:49:08 PM

Il ministro giapponese dell’ambiente Yoshaki Harada ha annunciato che la Tepco, società che gestisce la centrale nucleare di Fukushima, intende riversare nel Pacifico 1,09 milioni di tonnellate di acqua radioattiva. I reattori danneggiati devono essere raffreddati con acqua battente per evitare il rilascio di materiale radioattivo. L’acqua viene filtrata per la decontaminazione, che però non può eliminare il trizio (essendo un isotopo dell’idrogeno è indistinguibile da quello già presente nelle molecole d’acqua) e viene quindi stoccata. Nel 2013 una task force esaminò cinque possibili soluzioni al problema, concludendo che il riversamento nell’oceano costituisse il male minore. L’annuncio di Harada arriva ora perché il sito di immagazzinamento dell’acqua sta raggiungendo la sua capacità massima. L’acqua contaminata è meno pericolosa di quanto sembra, perché l’unico contaminante è il trizio, un radionuclide relativamente poco attivo. Il suo decadimento rilascia una quantità di energia 70 volte inferiore a quella del potassio-40, presente nelle banane che mangiamo. Oltre all’energia liberata contano però anche le dosi. La soglia di sicurezza più restrittiva al mondo per il trizio disciolto in acqua è quella dell’UE e vale 100 Bq/l. Se in ogni litro d’acqua ci sono non più di 100 decadimenti di trizio al secondo, l’acqua è sicura e potabile. L’acqua di Fukushima sta sul milione di Bq/l. Per rientrare nel limite dovrebbe quindi essere diluita in 10^10 litri d’acqua. Il Pacifico ne ha oltre 10^20, pertanto il rilascio nell’oceano dovrebbe avere un rischio minimo o nullo per la salute, se fatto in modo opportuno. Diversa è la percezione per i residenti locali, che naturalmente non vedono di buon occhio l’ipotesi del riversamento. La comunità dei pescatori, in particolare, è fortemente contraria perché giustamente teme una perdita di vendibilità del proprio pescato. Il problema dunque esiste, e scaricare acqua radioattiva nell’oceano non andrebbe mai fatto, ma numeri alla mano sembra più un problema di comunicazione tra portatori d’interessi differenti che un problema di salute pubblica. -Filippo Credits: Greg Webb / IAEA, Flickr.com CC

9/11/2019, 5:08:09 PM

La prossima volta che fate una passeggiata, contate 15 minuti: avete appena percorso la distanza intermedia tra la particella più piccola e l’intero universo che possiamo vedere. Se siete con qualcuno, e non vi disturba l’idea di sembrare pazzi, potete anche provare a dirglielo! 😃 La cosa più piccola che possiamo osservare in linea di principio è il quark. Questa simpatica particella elementare ha una dimensione di un miliardesimo di miliardesimo di un metro. Se vi piacciono le potenze di dieci, parliamo di 10^–18 m. Possiamo immaginare cose ancora più piccole, come le stringhe dell’omonima teoria, o scoprirne in futuro con il progresso della fisica, ma per ora ci fermiamo al quark. La cosa più grande che possiamo osservare in linea di principio è… be’, l’universo. Non tutto l’universo però. Non possiamo vedere nulla che risale a prima di quando l’universo diventò trasparente alla luce, 380.000 anni dopo il Big Bang. La cosa più grande che possiamo osservare è quindi l’universo a 380.000 anni dal Big Bang. Si dà il caso che lo abbiamo osservato: è l’immagine qui sotto. Gli astronomi la chiamano “radiazione cosmica di fondo” ed è un bagno di microonde che permea l’intero cosmo, creando quella che di fatto è l’immagine dell’universo nel momento in cui divenne visibile. All’epoca l’universo era grande un milione di miliardi di miliardi di metri. Se vi piacciono le potenze di dieci, sono 10^24 m. L’universo visibile alla luce è un milione di miliardi di miliardi di miliardi di miliardi di volte più grande di un quark. E lo sapete qual è la lunghezza che sta a metà strada tra queste due dimensioni così diverse? Un chilometro. Tutto qua, un chilometro. Sorprendentemente familiare e quasi confortante, come risposta a una domanda che partiva da numeri così selvaggi e inafferrabili. Un chilometro: è la nostra scala, quella in cui ci muoviamo quotidianamente. Un quarto d’ora a piedi, a passo blando. Tra la cosa più piccola e quella più grande che possiamo osservare ci siamo sostanzialmente noi. Sospesi a metà strada tra l’infinitamente piccolo e l’infinitamente grande. -Filippo Credits: ESA/NASA

9/10/2019, 5:57:53 PM

Mancano ormai pochi giorni! Sabato 14 e domenica 15 potrete trovarci a PADOVA con due diversi interventi in occasione del CICAP Fest, il festival della scienza organizzato dal CICAP. Sarà una tre giorni con ospiti di assoluto rilievo come Piero Angela e Paolo Nespoli! Noi di CHPDB parleremo in DUE differenti sessioni. Nella prima, sabato alle 14:40, parleremo delle ricadute sulla vita quotidiana della tecnologia spaziale: dal GPS dei nostri cellulari fino alle lenti antigraffio e ai rivelatori di fumo, mostreremo come queste tecnologie ormai accompagnano costantemente l’essere umano migliorandone la vita. Alla faccia di chi sostiene che i soldi investiti nella ricerca spaziale siano sprecati. Nel secondo intervento, domenica 15 alle 14:00, parleremo delle più comuni bufale sul clima, purtroppo troppo attuali: nonostante l'evidenza scientifica sempre più solida, infatti, il tema del riscaldamento globale fa ancora fatica a entrare nel dibattito politico, nonostante molti degli effetti negativi siano già visibili. E se lo fa, è spesso sulle ali della scarsa comprensione del fenomeno. Cercheremo di capire quali sono i principali argomenti del negazionismo, e del perché sono da considerarsi errati. Trovate gli eventi qui sulla pagina. Iscrivetevi sul sito del CICAP Fest per poter partecipare a (quasi) tutti gli eventi del festival, compresi i nostri! https://www.cicapfest.it/cf/carrello Ci vediamo questo fine settimana a PADOVA! Matteo, Filippo e Lorenzo

9/9/2019, 12:37:44 PM

Il primo ministro indiano Narenda Modi consola Kailasavadivoo Sivan, presidente dell’agenzia spaziale indiana, dopo il fallimento dell’atterraggio della sonda Chandrayaan-2 sul suolo lunare. Un’immagine che vale più di mille parole. La missione era partita il 22 luglio dal Satish Dhawan Space Centre. È la seconda missione indiana destinata all’esplorazione lunare, composta dall’orbiter Chadrayaan-2, il lander Vikram e il rover Prayang. Nella giornata di ieri l’orbiter ha rilasciato il lander, che ha poi iniziato la sua lunga discesa verso il suolo lunare. Sarebbe stata la prima volta dell’India sulla Luna, se a soli 2 km di altezza dal suolo lunare l’agenzia spaziale indiana non avesse perso i contatti con Vikram per motivi sconosciuti. Il lander non è riuscito a ridurre la sua velocità fino ai livelli richiesti e si è schiantato contro la superficie del nostro satellite. Oltre al primo allunaggio indiano, l’atterraggio del lander sarebbe stato anche il primo così vicino al polo sud lunare (71° di latitudine sud), in una zona estremamente interessante per la possibile presenza di ghiaccio d’acqua in superficie. Il mancato sbarco di Chandrayaan-2 è naturalmente un boccone amaro da mandare giù, soprattutto dopo i successi di Chandrayaan-1 e dell'orbiter marziano Mangalyaan, ma per Narenda Modi il bicchiere è mezzo pieno. Atterrare sulla regione polare di un altro mondo è una sfida particolarmente complessa, e l'India era soltanto al secondo tentativo. Storicamente il 40% dei tentativi di atterraggio morbido su suolo lunare non è andato a buon fine: l'ultimo fu all'inizio di quest'anno, quando il lander israeliano Beresheet non riuscì ad allunare dopo l'inserimento in orbita della sonda. Nonostante il fallimento del lander, l'orbiter è vivo e vegeto e continuerà a studiare il nostro satellite naturale con otto strumenti scientifici. L'agenzia spaziale indiana rimane una delle più attive al mondo. In programma vi sono già la terza sonda Chandrayaan e una nuova missione destinata al pianeta rosso. -Filippo Credits: ISRO

9/7/2019, 3:15:16 PM

#BreakingNews +++ LANDFALL DI DORIAN IN NORTH CAROLINA +++ Dorian si è abbattuto su Capo Hatteras, nella regione degli Outer Banks in North Carolina. Il landfall sarà breve, essendo gli Outer Banks poco più che una striscia sottile di terra emersa. Negli ultimi giorni la violenza di Dorian è diminuita, ma continua a essere un uragano di categoria 1 con venti sostenuti fino a 150 km/h. I venti da uragano si estendono fino a 100 km dall’occhio di Dorian; venti da tempesta tropicale si registrano fino a 350 km di distanza. Le contee rivierasche della Carolina sono state particolarmente provate dal passaggio dell’uragano. Migliaia di persone hanno lasciato le loro abitazioni. Trecentocinquantamila persone sono rimaste senza corrente elettrica. Numerose strade sono state allagate da ondate alte fino a due metri. Le piogge sono pesantissime: alcune città hanno visto cadere fino a 28 cm di pioggia; l’aeroporto internazionale di Wilmington ne ha registrati oltre 22 in ventiquattr’ore. Attualmente l’uragano procede in direzione NNE a una velocità di 22 km/h in progressivo aumento. Si prevede una sua riduzione a ciclone post-tropicale entro la serata di domani, quando sarà al largo della costa canadese della Nuova Scozia. Nel frattempo le isole delle Bahamas flagellate dall’uragano rimangono in stato di emergenza. Il bilancio delle vittime è salito a 30 morti ed è destinato ad aumentare man mano che procederanno le operazioni di salvataggio e di esplorazione delle abitazioni allagate. Almeno 5500 sono i dispersi attestati, ma il numero reale è probabilmente molto più alto. Circa 70.000 persone necessitano di assistenza vitale immediata. Il 60% di Grand Bahama è tuttora inondato. Le fotografie del luogo ci consegnano un panorama catastrofico. Le squadre di soccorso lavorano a pieno regime, coadiuvate dalla guardia costiera statunitense e dalla marina militare britannica. -Filippo Credits: NOAA

9/6/2019, 3:36:07 PM

Sono le 11:18 del 1° settembre 1859. Richard Carrington e Richard Hodgson stanno osservando il Sole al telescopio. All’improvviso vedono due lampi provenire da un gruppo di macchie solari. Più luminosi della superficie stessa del Sole. Non lo sanno ancora, ma sono stati i primi esseri umani ad avere osservato un flare solare. Un flare si verifica quando l’energia del campo magnetico sulla superficie di una stella viene trasferita alle particelle cariche che compongono il plasma. Queste si scaldano e vengono accelerate violentemente. Il flare di Carrington e Hodgson è particolarmente violento. Una parte della corona solare viene espulsa, sparata dritta verso il nostro pianeta a 8.500.000 km/h. Diciassette ore e mezza dopo la massa di particelle cariche raggiunge la Terra. Compaiono aurore boreali in luoghi impensabili: Cuba, Hawaii, Cina, Messico, Italia. Persino in Colombia, praticamente all’equatore. Le particelle cariche interagiscono con il campo magnetico terrestre provocando la più violenta tempesta geomagnetica mai registrata. Le reti telegrafiche in Europa e in Nord America cedono: i fili di rame e intercettano le correnti elettriche generate dalla tempesta nella ionosfera. Carrington capisce che quanto sta accadendo è dovuto ai lampi che ha visto ieri. La tempesta passerà alla storia come “evento di Carrington”. Se una tempesta del genere si abbattesse oggi sul nostro pianeta sarebbe un disastro. Salterebbero le comunicazioni radio. Verrebbe dimezzata la flotta dei satelliti, che ci danno internet, GPS, telecomunicazioni e permettono le transizioni di denaro. La rete elettrica verrebbe compromessa. Provate a immaginare la vostra vita senza elettricità. O ancor peggio il sistema dell’economia e della finanza. Eventi come quello di Carrington sono rari: ci vuole sfortuna per essere beccati in pieno come accadde nel 1859. Ma possono succedere ancora. Il danno sarebbe enorme e i tempi di ripresa lunghi. Fortunatamente esistono piani di emergenza e il nostro sistema di previsione dell’attività solare migliora costantemente. Sapere in anticipo ci permetterebbe di correre ai ripari in tempo evitando parte dei danni. -Filippo Credits: ESA/NASA

9/5/2019, 5:17:38 PM

Quella piccola macchiolina rossa è l’oggetto noto più distante da noi. È una galassia e si chiama GN-z11. La sua luce ha impiegato 13 miliardi e 400 milioni di anni per arrivare a noi: è partita appena 400 milioni di anni dopo il Big Bang. La distanza che ci separa da GN-z11 è impressionante: parliamo di 32 MILIARDI di anni luce. Sono TRECENTOMILA MILIARDI DI MILIARDI di km. Se la Terra fosse grande appena quanto un atomo di idrogeno, GN-z11 si troverebbe a 12 milioni di km da noi. Roba da fare esplodere il cervello. Ma sento già qualcuno di voi domandare: se la luce di quella galassia ha viaggiato per 13,4 miliardi di anni, e la luce nel vuoto percorre esattamente un anno luce all’anno, perché la sua distanza non è di 13,4 miliardi di anni luce? Perché in questi 13,4 miliardi di anni l’universo non è stato fermo a guardare: si è espanso. È come se, mentre corressimo una maratona, il traguardo si allontanasse pian piano da noi: alla fine della corsa avremmo percorso più di 42 km. La stessa cosa vale per i fotoni provenienti dalle galassie lontane. Magie della relatività generale einsteiniana. La dilatazione dello spazio comporta anche il progressivo aumento della lunghezza d’onda della luce che attraversa le distanze cosmiche, un fenomeno noto come “redshift cosmologico”. È stato il redshift a far aumentare la lunghezza d’onda della luce di GN-z11 al punto che occorre una camera a infrarossi per poterla rilevare. Ma ora fermatevi un attimo a pensare: una minuscola percentuale dei fotoni emessi da quella galassia ha viaggiato per un tempo pari al 97% dell’età dell’universo per poi terminare il suo viaggio nel sensore del telescopio Hubble. State vedendo la galassia non com’è oggi, ma come si presentava 13,4 miliardi di anni fa. Per quanto ne sappiamo GN-z11 ora potrebbe non esistere nemmeno più, cannibalizzata magari durante un incontro con qualche galassia vicina. Oppure esiste ancora, e gli astronomi laggiù vedono la nostra Via Lattea come una minuscola macchiolina infrarossa nel campo profondo del loro telescopio spaziale preferito. E la vedono com'era 13,4 miliardi di anni fa... -Filippo Credits: NASA/ESA

9/4/2019, 6:54:58 PM

+++ AGGIORNAMENTO URAGANO DORIAN: GRAND BAHAMA DEVASTATA +++ Giunto a categoria 5, la massima possibile per un uragano, Dorian ha colpito infine l’isola di Grande Abaco e di Grand Bahama, al largo delle coste della Florida. Si tratta del maggiore uragano che ha colpito le Bahamas in tempi moderni e uno degli uragani atlantici più violenti mai registrati. Lo scenario a Grand Bahama è catastrofico. La massima devastazione si è abbattuta sulla parte orientale dell’isola per più di 12 ore consecutive, con venti che hanno sfiorato i 300 km/h. Le piogge sono state intensissime. Ondate alte fino a 7 metri hanno sommerso buona parte della regione, compreso l’aeroporto internazionale di Freeport, e raso al suolo o scoperchiato oltre 13.000 edifici. Finora hanno perso la vita cinque persone, ma il bilancio è destinato a salire. Moltissimi sono rimasti intrappolati sopra i tetti delle loro abitazioni. Le linee elettriche sono state danneggiate. I soccorsi sono costretti a procedere a rilento. Oltre duemila i voli cancellati. Dorian si è poi lentamente spostato nella regione centrale di Grand Bahama, dove si è fermato per oltre 12 ore indebolendosi fino alla categoria 3, con venti fino a 200 km/h e provocando altra distruzione. Nelle ore scorse l’occhio di Dorian ha finalmente ripreso a spostarsi verso nord-ovest, lasciando l’isola e avvicinandosi agli Stati Uniti. Ordini di evacuazione sono stati emanati lungo le coste di Florida (dove i venti hanno già raggiunto i 100 km/h), Georgia e Carolina, interessando milioni di persone. -Filippo Credits: NOAA

9/3/2019, 12:53:31 PM

A circa 100 anni luce dal buco nero centrale della nostra galassia troviamo uno degli ammassi stellari più affascinanti della nostra galassia. Parliamo del Quintuplet Cluster, chiamato così perché gli astronomi non sanno dare i nomi alle cose. Il Quintuplet è un circo di mostri. Impacchettati in un diametro di 6 o 7 anni luce ci sono migliaia e migliaia di astri estremamente massicci e luminosi. L’ammasso è avvolto da una spessa coltre di gas e polveri che lo oscurano completamente alla vista. Per ottenere questa immagine Hubble ha dovuto usare infatti la sua camera a infrarossi. Pensate che tutto l’ambaradan ha appena 4 milioni di anni. È pochissimo: è il tempo che ci separa dagli australopitechi. Alcune delle stelle in questo ammasso fanno davvero impressione. Per esempio la Stella Pistola, chiamata così perché – di nuovo – gli astronomi non sanno dare i nomi alle cose. La potete vedere luminosissima poco sotto il centro. Ha un volume 40 milioni di volte maggiore a quello del Sole, una luminosità 1,6 milioni di volte maggiore e sprigiona in appena 20 secondi la quantità di energia che il Sole emette in un anno. Non sappiamo tra quanto, ma tra non molto esploderà come una supernova. Lungo il bordo sinistro dell’immagine, luminosissima e blu, potete osservare anche la stella qF362, chiamata così perché – indovinate un po’ – gli astronomi non sanno dare i nomi alle cose. Questa è ancora più mostruosa della Stella Pistola: può contenere al suo interno 42 milioni di Soli, è quasi 1,8 milioni di volte più luminosa del Sole e ha una stazza che sfiora le cinquanta masse solari. Anche questa in procinto di chiuderei suoi giorni come supernova. E questi non sono che due esempi. Il centro della nostra galassia è in grado di produrre ambienti davvero affollati e popolati in modo over the top. Sarebbe una figata vivere lì, vero? No, io credo di no. Se abitassimo nel Quintuplet Cluster non avremmo un cielo notturno degno di questo nome: che cosa guarderebbero gli innamorati? Inoltre saremmo a due passi da centinaia di mostri pronti a esplodere e farci fuori pressoché all’istante. Meglio la nostra periferia tranquilla e rarefatta... -Filippo Credits: HST\NIMCOS

9/2/2019, 6:42:30 PM

È tutta una questione di equilibrio. Una stella di massa simile a quella del Sole sta in equilibrio tra la sua gravità e la spinta delle reazioni termonucleari nel suo ventre. Ma se la gravità ha tutto il tempo per aspettare, le reazioni termonucleari prima o poi finiscono: l’idrogeno disponibile per la fusione prima o poi termina. La gravità se ne approfitta e fa contrarre la stella. Il suo cuore si scalda abbastanza da far riaccendere la passione delle reazioni termonucleari. L’energia prodotta fa espandere la stella, che diventa una gigante rossa. Ma, di nuovo, è tutta una questione di equilibrio. Ora a bruciare nel nucleo della stella è l’elio. Questa è una reazione molto più nervosa. Il tiro alla fune è altalenante e la stella pulsa. I suoi strati più esterni non resistono all’ampiezza delle pulsazioni: vengono sbalzati fuori e formano una nube attorno alla gigante rossa. Man mano che la stella si spoglia, mette a nudo strati sempre più interni, sempre più caldi, finché la superficie esposta emette radiazione ultravioletta, che ionizza il materiale espulso: la nube si accende e diventa una nebulosa planetaria. La vedete la stella al centro dell’immagine? È lei la gigante rossa che tiene accesa questa splendida nebulosa, che gli astronomi chiamano NGC 2022. Ma, ancora una volta, è tutta una questione di equilibrio. Presto anche l’elio da bruciare termina. La gravità, non più ostacolata, compie il suo antichissimo dovere e trasforma la gigante rossa in una una nana bianca. Niente più radiazione ultravioletta, niente più nebulosa. Lo spettacolo dura qualche decina di migliaia di anni, meno di un battito di ciglia su scala astronomica. Tutto questo accadrà anche al Sole, tra cinque miliardi di anni o giù di lì. La Terra sarà scomparsa, inghiottita durante l’espansione del Sole in gigante rossa. Per un battito di ciglia cosmico gli astronomi di altri sistemi planetari osserveranno con i loro telescopi uno spettacolo forse simile a questo. E chissà se ci penseranno, che un tempo laggiù c’era un pianetino azzurro e verde che ospitava delle scimmie in grado di costruire telescopi e capire il cielo. -Filippo Credits: ESA/Hubble & NASA, R. Wade

8/29/2019, 4:53:26 PM

ANDREMO SU EUROPA! È ufficiale: la NASA ha annunciato che proseguirà la realizzazione della sonda Europa Clipper, attualmente in fase di progettazione, destinata al satellite gioviano Europa, uno dei luoghi più interessanti per l’astrobiologia. La missione vedrà il suo lancio nel 2023 oppure nel 2025. Con i suoi 3120 km di diametro, Europa ospita sotto la sua crosta di ghiaccio un immenso oceano di acqua che si ritiene essere in diretto contatto con il nucleo roccioso del satellite. Questa è una condizione particolarmente favorevole allo sviluppo della vita, poiché vede non solo la presenza di acqua liquida ma anche di materiale organico e probabilmente un’abbondanza di reazioni chimiche catalizzate dall’energia del nucleo di Europa. Tutto questo rende il satellite mediceo uno dei candidati più promettenti nel sistema solare per ospitare la vita. Europa Clipper non potrà cercare direttamente indizi della presenza di vita, ma potrà studiare a distanza l'oceano di Europa permettendoci di valutare la sua abitabilità, oltre a individuare possibili siti di atterraggio per missioni future come Europa Lander, proposta dalla NASA negli anni scorsi ma il cui destino rimane tuttora incerto. Grazie a 9 strumenti scientifici e 45 sorvoli della luna gioviana a quote comprese tra i 2700 km e i 25.000 km, la sonda caratterizzerà la superficie di Europa, confermerà la presenza di acqua liquida sottostante e ne studierà la composizione chimica, la profondità e i processi di scambio con la crosta ghiacciata. Le camere a bordo della sonda potranno fotografare in 3 anni il 95% della superficie di Europa a una risoluzione di 50 metri per pixel. In tutto ciò l'agenzia spaziale europea non sta certo a guardare: in cantiere c'è la missione JUICE, che nei dintorni di Giove collezionerà la tripletta Europa-Ganimede-Callisto, Ora non resta che aspettare la data del lancio! -Filippo Credits: NASA/JPL-Caltech

8/22/2019, 5:00:26 PM

Non solo Siberia. Numerosi incendi divampano anche in Amazzonia, la maggiore foresta al mondo nonché habitat vitale per tre milioni di specie animali e vegetali. Si tratta per la maggior parte incendi causati dall’uomo. È normale in questa stagione l’accensione di fuochi da parte degli agricoltori, ma a preoccupare è la quantità dei roghi. Secondo l’INPE, l’istituto nazionale per la ricerca spaziale brasiliano, quest’anno gli incendi hanno visto un aumento dell’84% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e un incremento del doppio rispetto al 2013, anno in cui sono cominciate le osservazioni via satellite. Da gennaio gli incendi attivi in Brasile sono stati oltre 74.000. Solo negli ultimi giorni ne sono stati osservati più di 9500. Tutto questo accade mentre la deforestazione in Amazzonia è aumentata del 278% nel mese di luglio rispetto allo stesso mese del 2018. Un incremento drastico dovuto alle controverse politiche ambientali messe in atto dal presidente del Brasile Jair Bolsonaro. Soltanto lo scorso mese in Amazzonia sono stati distrutti 2253 km² di vegetazione, un’area pari a due terzi della Val d’Aosta. Le amministrazioni precedenti avevano ridotto la deforestazione del 76% negli ultimi 13 anni. Sebbene la deforestazione non sia direttamente collegata all’aumento degli incendi, la combinazione dei due fattori non giova alla salute del nostro più vasto polmone verde, che produce il 20% dell’ossigeno atmosferico e assorbe annualmente oltre 2 miliardi di tonnellate di anidride carbonica, contribuendo così a contrastare il riscaldamento globale. Ricordiamo che gli incendi sono dannosi da un punto di vista climatico non soltanto perché rilasciano CO2 in atmosfera, ma anche perché distruggono gli alberi che dovrebbero riassorbirla. Proteggere la foresta amazzonica è indispensabile per combattere il cambiamento climatico. -Filippo Credits: NASA Earth Observatory

8/21/2019, 3:40:15 PM

BUON COMPLEANNO, VOYAGER 2 Quarantadue anni fa veniva lanciata da Cape Canaveral, a bordo di un Titan IIIE, la prima sonda ad avere incontrato ben quattro pianeti del nostro Sistema Solare: Giove, Saturno, Urano e Nettuno. A tutt’oggi è l’unica sonda ad aver visitato Urano e Nettuno: tutte le foto a distanza ravvicinata da questi due pianeti sono state scattate proprio da Voyager 2, rispettivamente nel 1986 e nel 1989. Questo straordinario poker di pianeti giganti è dovuto a un fortunatissimo allineamento che non ricapiterà per altri tredici secoli! Dopo 42 anni esatti di viaggio, Voyager 2 si sta allontanando da noi a una velocità di 15 km/s e a una distanza di 120,87 unità astronomiche: sono oltre 18 miliardi di km! La luce, a una velocità di 300.000 km/s, impiega 16 ore e 45 minuti per coprire questa distanza. La sonda americana ha attraverso nel 2007 il cosiddetto “termination shock”, ovvero il confine oltre il quale non si avverte più l’influenza del campo magnetico solare. Voyager 2 è stata la prima sonda ad avere “osservato” questa transizione con i suoi strumenti (la gemella Voyager 1 non era riuscita a trasmettere dati certi a causa del vento solare). Dalla fine del 2018 la sonda si trova nello spazio interstellare avendo superato l’eliopausa, cioè la superficie in cui la densità del vento solare uguaglia quella dello spazio interstellare. È tuttora funzionante, con cinque strumenti ancora attivi, e ci invia dati alla strabiliante velocità di 160 bit al secondo. Il programma Voyager è una delle pietre miliari dell’esplorazione del sistema solare e uno dei primi “biglietti da visita” della specie umana nello spazio interstellare. Entrambe le sonde contengono una copia del Golden Record, in cui sono presenti registrazioni in 55 lingue (la voce italiana dice «tanti auguri e saluti»), musica che va da Bach a Chuch Berry e immagini del nostro pianeta visto dallo spazio. Il programma Voyager è uno dei frutti umani che ci fanno sentire fieri di appartenere alla nostra specie... e talvolta ce n’è davvero bisogno. Quindi buon compleanno, Voyager 2! Buon viaggio e, naturalmente «tanti auguri e saluti» 😃 -Filippo Credits: NASA

8/20/2019, 6:24:13 PM

Ci risiamo. Puntuale come un tormentone estivo, ecco come ogni agosto tornare la bufala di Marte grande come la Luna. Circola ormai da molti, troppi anni, in barba alle nozioni base di astronomia (che non tutti sono tenuti a conoscere) e al buon senso. Tutto cominciò perché il 27 agosto 2003 Marte si sarebbe trovato al punto di massima vicinanza con la Terra negli ultimi 60.000 anni, a una distanza comunque di 56 milioni di km da noi. Ma 16 anni dopo ancora non ci siamo liberati da questa bufala. Bufala che quest’anno è particolarmente ridicola, visto che ora Marte si trova praticamente alla MAGGIORE distanza possibile dalla Terra. Il pianeta rosso è a circa 400 milioni di km da noi e ha un diametro di quasi 6800 km. La Luna, d’altra parte, si trova ora a circa 395.000 km da noi e ha un diametro di quasi 3500 km. Tradotto, Marte ha in questi giorni un diametro apparente di 3,5” e la Luna di 1815”, cioè quasi 520 volte tanto. Questi sono i numeri. Ma anche senza avere nessuna di queste informazioni, davvero si può credere che un pianeta, che vediamo SEMPRE come un puntolino non troppo dissimile da una stella, possa improvvisamente apparire grande quanto la Luna? Ed è possibile che guardando questa immagine così tante persone non si accorgano che quel “Marte” è palesemente un copia-incolla della Luna soltanto un po’ colorato di rosso? Anno dopo anno questa bufala ricompare e anno dopo anno viene condivisa urbi et orbi, provocando disinformazione per un numero impressionante di persone. Per carità, la dimensione di Marte in cielo non è questione di vita o di morte, ma le stesse identiche dinamiche comunicative vengono messe in atto anche riguardo a questioni ben più serie e delicate, come salute, clima, OGM e chi più ne ha più ne metta. Ogni volta che premiamo il pulsante “Condividi” abbiamo una responsabilità. E una responsabilità abbiamo ogni volta che incontriamo qualcosa di condiviso con leggerezza. Assumiamoci tutti queste responsabilità, che nell’era dell’informazione diventano sempre più imprescindibili. Un’informazione scorretta può rimanere in circolo anni ed essere difficilissima da estirpare. Può fare molti, molti danni. -Filippo

8/11/2019, 3:04:01 PM

+++AGGIORNAMENTO INCENDI IN SIBERIA+++ I roghi nella taiga siberiana si stanno sviluppando più rapidamente di quanto si riesca a spegnerli. Gli uomini messi in campo dall’agenzia forestale russa sono riusciti nell’ultima settimana a liberare dal fuoco 750.000 ettari di taiga. Nello stesso tempo, però, l’area interessata dai roghi è passata da 3 milioni a 4,5 milioni di ettari: quanto Lombardia e Veneto messi insieme. Acqua o barriere sono efficaci solo parzialmente e molti incendi si trovano in zone praticamente irraggiungibili. L’unico modo perché questo disastro abbia fine è un periodo di piogge intense, che però generalmente in Siberia cade in ottobre. Nello scenario peggiore gli incendi potrebbero quindi durare mesi. La CO2 emessa in atmosfera ha raggiunto le 166 milioni di tonnellate, un valore pari all’emissione annuale di tutte le 36 milioni di auto presenti in Italia. Ma non finisce qui, perché all’emissione diretta va aggiunta anche quella indiretta dovuta al fatto che i milioni di alberi bruciati non potranno più assorbire anidride carbonica e rimpiazzarla con ossigeno. In tutto questo, un numero imprecisato ma sicuramente elevatissimo di animali viene arso vivo. Città e villaggi sono invasi dal fumo anche a 100 km di distanza dalle fiamme. Una gigantesca cappa grigia oscura la vista del sole provocando difficoltà respiratorie e rischi per la salute a migliaia e migliaia di persone. Si tratta del maggiore disastro ecologico degli ultimi anni. Tutto ciò accade mentre la World Meteorological Organization annuncia che luglio 2019 è stato il mese più caldo mai registrato, con quasi +1,2 °C a livello globale rispetto all’epoca preindustriale e +0,56 °C sopra la media di luglio nel periodo 1981-2010. Sono stati battuti record di temperatura in varie regioni del globo tra cui molte nazioni europee e la stessa Alaska che in questi giorni è afflitta da centinaia di incendi. Ad Anchorage per la prima volta si è registrata una temperatura di 34 °C. Il mese precedente non era andato molto meglio, essendo stato il giugno più caldo a livello globale mai registrato. Non possiamo più continuare a stare a guardare. -Filippo Credits: NASA

8/7/2019, 4:11:12 PM

Ora ditemi, non è adorabile? E oggi è pure il suo compleanno 😍 In Italia erano le sette del mattino del 6 agosto 2012 quando Curiosity toccò il suolo del cratere marziano Gale, dopo oltre otto mesi di viaggio nello spazio. L’atterraggio fu epico: non bastando paracaduti e airbag (Curiosity pesa 900 kg!) gli ingegneri del JPL si inventarono un sistema chiamato “sky crane”, un piccolo modulo di discesa dotato di retrorazzi che calava il rover con tre briglie posandolo al suolo. Fu una discesa al cardiopalma, passata alla storia come “i sette minuti di terrore”. Non essendoci la possibilità di un controllo umano in tempo reale, tutto doveva avvenire in modo completamente automatico. Le possibilità che qualcosa andasse storto erano davvero tangibili. Ma lì dove leggendario e rocambolesco si incontrano, la NASA riuscì a mettere a segno un pieno successo in una delle imprese più complesse mai tentate nell’esplorazione planetaria! La durata prevista della missione era di 669 sol (giorni marziani), ma oggi Curiosity è al suo 2488° sol e ancora scorrazza per Marte come un boss producendo dati scientifici di altissima qualità. Nonostante alcuni acciacchi alle ruote ha percorso più di 20 km sul suolo marziano, ha resistito senza problemi (grazie al suo generatore nucleare) alla tempesta globale che ha “ucciso” Opportunity e ci ha inviato oltre 600.000 immagini che hanno portato ad alcune scoperte sensazionali, come la presenza di bacini d’acqua permanente nell’antico passato marziano. E non dimentichiamo i suoi selfie mozzafiato! Ah, contrariamente a quanto molti pensano Curiosity non si auto-canta “Happy Birthday” quando compie gli anni. Lo fece per il suo primo compleanno, ma fu l’unica volta: i radioisotopi che lo alimentano sono una risorsa limitata! 😉 -FIlippo Credits: NASA/JPL

8/6/2019, 4:27:21 PM

BUON COMPLEANNO, "FIRST MAN"! 50 anni fa, il 5 agosto 1969, il primo essere umano ad aver messo piede sulla Luna festeggiava il suo trentanovesimo compleanno in quarantena insieme ai suoi compagni di viaggio, Buzz Aldrin e Michael Collins. Il 24 luglio i tre membri dell’equipaggio di Apollo 11 avevano fatto ritorno sul loro pianeta d’origine, dopo nove giorni di missione. Come misura puramente precauzionale, per i tre astronauti erano stati previsti 21 giorni di quarantena, nel remoto caso di contaminazione durante il soggiorno lunare. In questa foto Armstrong soffia le candeline nella sala completamente isolata in cui i tre astronauti effettuavano la maggior parte delle attività post-volo. Le mogli dei Neil, Buzz e Mike stavano dall’altra parte degli spessi vetri di protezione, perché quarantena significa pur sempre quarantena. Uomo dal carattere decisamente introverso, Neil Armstrong rifiutò sempre le luci della ribalta. Evitava quando possibile le interviste e le apparizioni pubbliche. Parlava poco della sua impresa. Abbandonò la NASA nel 1971 e si mise a insegnare ingegneria aerospaziale a Cincinnati. Otto anni dopo abbandonò anche questo incarico e si ritirò sostanzialmente a vita privata. Nel 1994 smise addirittura di firmare autografi. Festeggiò il suo ultimo compleanno nel 2012: era l’82°. Due giorni dopo fu operato per un bypass e, il 25 dello stesso mese, si spense a causa di complicazioni susseguenti all’intervento chirurgico. Venne salutato da milioni di persone in tutto il mondo come uno dei più grandi eroi del suo tempo. Fu l’uomo che per primo portò la specie umana su un altro mondo, su un altro corpo celeste. Dopo la sua morte, la vedova Carol scoprì una piccola borsa bianca nascosta tra gli armadi di casa. Conteneva cavi, morsetti, corde, lampade, una telecamera e altro materiale risalente allo storico viaggio del 1969. Quegli oggetti sono ora esposti allo Smithsonian's National Air and Space Museum. Quella piccola borsa bianca, tenuta nascosta per decenni, è uno dei simboli più forti della profonda complessità di Neil Armstrong, comandante di Apollo 11, uomo straordinario. -Filippo Credits: NASA

8/5/2019, 10:28:50 PM