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Buonasera! Oggi vi presentiamo la "Orazione nell’orto” di Tintoretto, ospitata nella sacrestia della chiesa di Santo Stefano Protomartire. 📌 La vegetazione spartisce in modo originale il dipinto in tre aree, così che in ognuna possa essere ospitata una scena. Così abbiamo in alto a destra Gesù, colto nel momento di massima sofferenza, in preghiera, sfinito e col volto insanguinato. L’angelo tende la mano per dargli soccorso, e comparendo illumina tutte le scene. È infatti buio pesto: la luce dell’angelo sfavilla nella notte, illuminando i contorni delle foglie e delle figure. E come una luce notturna, non ha però la forza di far risaltare i colori dei corpi. Troviamo un poco illuminati in basso a destra gli apostoli Giovanni, Pietro e Giacomo il maggiore. Si stanno svegliando all’arrivo, sulla sinistra, delle guardie, venute per arrestare Gesù. Dello stesso periodo (1578-180 circa) è una tela, rappresentante lo stesso soggetto, realizzato dal Tintoretto per la Scuola Grande di San Rocco. Vediamo che anche in questo caso il Tintoretto sceglie di far uso della stessa soluzione per fare economia dello spazio. Muta la posizione di Gesù: ciò consente di dare più spazio alla rappresentazione dell’angelo, il quale si fa portatore di una luce meno forte e più soffusa, che illumina più gentilmente la vegetazione e gli apostoli. Anche qui Gesù è sofferente, ma forse appare più scorato e meno affaticato. ➡ Nella sacrestia della chiesa di Santo Stefano potrete trovare anche una “Ultima cena” pressoché coeva (provenendo dallo stesso ciclo della "Orazione nell'orto", che era stato realizzato per la chiesa di Santa Margherita). Un’altra versione si trova anche nella chiesa di San Polo, datata 1570. Infine, anche nella chiesa di San Trovaso una tela del 1564-1565 presenta lo stesso episodio. Vi consigliamo un tour per scoprire le tele e apprezzarne le differenze! Le chiese di Santo Stefano, San Polo e San Trovaso sono aperte alle visite dal lunedì al sabato dalle ore 10:30 alle ore 17.00. Vi aspettiamo! #chorusvenezia #churches #churchesofvenice #venice #venezia #italy #italia #veniceitaly #travel #veneto #photography #art #veneziaunica #architecture #venise

5/17/2024, 8:00:31 PM

Buonasera! Quest’oggi vi proponiamo uno dei capolavori di Lorenzo Lotto, la “Gloria di San Nicola”, ospitato nella chiesa dei Carmini. 📌Il Lotto si propose sempre come artista anticonformista. Al tonalismo pulviscolare di Giorgione e di Bellini, il Lotto preferiva lo stile del Cima (ne abbiamo parlato nel precedente post) per la luce ferma e zenitale, i colori smaglianti e i contorni nitidi. Il Lotto, per lungo tempo a Bergamo, nelle marche e a Roma, nel 1527 decise di rientrare nella città natale, ove realizzò la “Gloria di San Nicola”. La tela è caratterizzata dalla sofferenza delle figure, enfatizzata dalla luce fredda e azzurrina. Che gran differenza con ciò a cui Venezia era abituata! Nella città imperava Tiziano, che usava un forte tonalismo dai colori caldi e una stesura materica dei pigmenti. Insomma, tutto il contrario! Si pensi alla celebre “Assunta” del 1518, in cui la Vergine viene assunta in cielo in un tripudio di luce calda e dorata. Così, quando il Lotto presentò la pala, ricevette asprissime critiche, tanto che Ludovico Dolce, il biografo di Tiziano, additò l’opera quale “assai nobile esempio di cattivo colore”. Oltre che per il patetismo, l'opera spicca per la visione di una natura inquietante e misteriosa, aspetto appreso dall’apprezzato Dürer. Nella parte inferiore del dipinto è presente un originalissimo notturno a volo d’uccello, che contribuisce a restituire il sentire di un animo tormentato. Si confronti questo paesaggio con quelli sereni del Cima e del Bellini (vedi precedente post)! Oppure, nella stessa chiesa dei Carmini, si colga l’occasione di osservare la Natività dello stesso Cima. Fortunatamente a partire dal ‘700 il Lotto venne rivalutato, e oggi nell’opera conservata ai Carmini, con buona pace del Dolce, si riconosce un grande capolavoro. Potete venire ad ammirare la chiesa di Santa Maria del Carmelo e le opere in essa contenute, tra cui la “Gloria di San Nicola” di Lorenzo Lotto, dal Lunedì al Sabato dalle ore 10:30 alle ore 17.00. Vi aspettiamo! #chorusvenezia #churches #churchesofvenice #venice #venezia #italy #italia #veniceitaly #travel #veneto #photography #art #veneziaunica #architecture #venise

5/15/2024, 8:00:39 PM

Buonasera! Oggi vi raccontiamo dell’importante pala di Cima da Conegliano, dipinta nel 1492-1493, collocata nell’altare maggiore della chiesa di San Giovanni Battista in Bragora. Il soggetto è il Battesimo di Cristo. La costruzione della scena segue uno schema tipico: Gesù è posto al centro, coi piedi immersi nel Giordano; sulla destra troviamo Giovanni Battista nell’atto del battezzo, e sulla sinistra tre angeli che reggono la veste con cui si vestirà Gesù. L'origine dello schema è bizantina ed ebbe una larga diffusione nel periodo medievale. Possiamo perciò ritrovarlo tra i mosaici del battistero di San Marco, oppure nella cappella degli Scrovegni ad opera di Giotto. Del periodo rinascimentale è notevole una celebre pala di Piero della Francesca. Sia il della Francesca che il Cima scelgono di tingere di una particolare bianchezza la pelle di Gesù, a sottolinearne la purezza. Una innovazione del Cima, invece, è la posizione del Battista, che si colloca in posizione rialzata. È assai probabile che il Bellini, per il suo "Battesimo di Cristo" del 1501-1503 (conservato a Vicenza nella chiesa di Santa Corona) si sia ispirato al Cima. Dal momento che il Cima fu allievo del Bellini, si può dire che in questo caso, tuttavia, i ruoli di allievo e maestro si siano scambiati! In ogni caso, il Bellini segue l’allievo solo per quanto riguarda la struttura compositiva, e non nell’uso delle luci e del colore. Nella pala del Bellini è possibile osservare una luce pulviscolare e un tonalismo che si ritroveranno in Giorgione e in Tiziano, mentre il Cima fa uso di una luce limpida e colori puliti. Il suo stile sarebbe stato d’ispirazione per Lorenzo Lotto, anche se questi avrebbe preferito toni più freddi. Ma per quanto riguarda lo stile del Lotto… ve ne parleremo nel prossimo post! Potete venire a visitare la chiesa di San Giovanni Battista in Bragora e le opere in essa contenute, tra cui il “Battesimo di Cristo” di Cima da Conegliano, dal Lunedì al Sabato dalle ore 10:30 alle ore 17.00. Vi aspettiamo! #chorusvenezia #churches #churchesofvenice #venice #venezia #italy #italia #veniceitaly #travel #veneto #photography #art #veneziaunica #architecture #venise

5/13/2024, 7:15:51 PM

Buonasera! Siamo giunti all’ultimo appuntamento con le opere di Giambattista Tiepolo realizzate per la chiesa di Santa Maria del Rosario. 📌Lo scomparto centrale del soffitto accoglie “L’istituzione del rosario”, grande affresco lungo circa 12 metri e lago 5. Vogliamo qui raccontarvi di alcuni particolari contenuti nella grande raffigurazione: Subito si riconosce, sulla sinistra, una figura col cappello dogale: è il doge Alvise Pisani, allora in carica, profondamente devoto a S. Domenico, colto mentre, inginocchiato, riverisce e si protende verso il Santo, intento a distribuire le corone. Alla destra troviamo invece una figura che veste un ricco piviale di velluto: è il patriarca Correr. Vengono così raffigurati i due poteri della città, quello civile e quello spirituale, beneficiati dal rosario di San Domenico. A sinistra del doge troviamo una popolana con il figlio in braccio mentre discende le scale. Lei e il suo bambino, si noti, hanno ricevuto il rosario prima delle autorità. L’orgoglio si legge nel volto della madre, che sembra rivolgere uno sguardo carico di dignità verso le autorità ancora in attesa. Un simpatico particolare è costituito dal figlioletto che, secondo il costume del tempo, tiene nella manina un “buzzolà” (la piccola ciambella). In basso rispetto al patriarca, infine, troviamo una fanciulla, anch’essa popolana. E anch’essa ha già ricevuto il rosario, e ha le mani congiunte in preghiera. Il suo sguardo è rivolto in basso (più sotto precipitano gli eretici): da sotto soffia un vento che le fa socchiudere gli occhi, e le gonfia la sottanina azzurra. Potete venire ad ammirare la chiesa di Santa Maria del Rosario e le magnifiche opere di Giambattista Tiepolo dal Lunedì al Sabato dalle ore 10:30 alle ore 17.00. Vi aspettiamo! #chorus #chorusvenezia #churches #churchesofvenice #venice #venezia #italy #italia #veniceitaly #travel #veneto #photography #art #veneziaunica #architecture #venise

5/10/2024, 8:00:24 PM

Proseguiamo la scoperta dei bei lavori di Giambattista Tiepolo contenuti a Santa Maria del Rosario. 📌 Il Tiepolo fu chiamato a decorare il soffitto della chiesa nel 1737 e vi lavorò fino al 1739. Lo scomparto superiore racconta l’assunzione di S. Domenico alla gloria celeste dopo la morte. Il Santo viene raffigurato con le braccia spalancate, a richiamo del S. Vincenzo raffigurato da Piazzetta in una pala d’altare presente nella stessa chiesa, realizzata nel 1738. Tiepolo, tuttavia, non solo si ispira, ma addirittura “sfida” l’artista della pala: se questa è monocroma, dipinta secondo austere tonalità di grigio, sulle quali spiccano gravi il bianco e il nero, nell'affresco del Tiepolo assistiamo a una vera festa di colori, in un cielo luminoso e dorato. S. Domenico viene sollevato in gloria da un gruppo di angeli, i quali sono visibilmente impegnati nello sforzo. Tra i putti che si uniscono all’assunzione ne notiamo uno che bacia la veste di un confratello più grande, impegnato nello sforzo, e un secondo che, con le braccia e le gambe spalancate, si inserisce con comica decisione nel mucchio, cercando di dare il suo contributo – o forse per sbeffeggio? Potete venire ad ammirare la chiesa di Santa Maria del Rosario e le magnifiche opere di Giambattista Tiepolo dal Lunedì al Sabato dalle ore 10:30 alle ore 17.00. Vi aspettiamo! #chorus #chorusvenezia #churches #churchesofvenice #venice #venezia #italy #italia #veniceitaly #travel #veneto #photography #art #veneziaunica #architecture #venise

5/9/2024, 11:01:47 AM

Buonasera! Questa settimana vi presentiamo alcune opere di Giambattista Tiepolo realizzate per la chiesa di Santa Maria del Rosario, più comunemente nota come “ai Gesuati”. 📌Nel 1740 il Tiepolo ricevette in carico dai Domenicani la realizzazione di una pala che raffigurasse le tre maggiori Sante appartenute all’ordine. La pala, realizzata solo nel 1748 da un Tiepolo ormai maturo, colpisce per l’arguzia compositiva e la ricchezza dei dettagli. L’oggetto è l’estasi delle tre Sante, che avviene ricevendo dalla Vergine Gesù Bambino. Questi viene sorretto da S. Rosa di Lima, riconoscibile grazie alla rosa impugnata dal Fanciullo nella mano destra. La mano sinistra, in un gesto autenticamente infantile, stringe il pollice della Santa, la quale, con attenzione materna, ha sollevato la veste per farne un morbido supporto. A sinistra troviamo S. Caterina da Siena (con la corona di spine che preferì a quella d’oro offertale dal Signore) colta nel momento prima dell’estasi. Le sue mani, i piedi e il volto sono di un pallore che contrasta con il colorito di S. Rosa, immersa nell’esaltazione mistica. La Santa di Siena cerca con la mano sinistra l’orlo della veste per farne un cuscino al modo di S. Rosa, mentre nella destra regge un crocefisso (altro elemento di contrasto) che le sta per scivolare di mano, come suggerisce l’aprirsi del braccio della spalla, per la volontà di prendere in braccio Gesù Bambino. Sulla destra, infine, troviamo Sant’Agnese da Montepulciano. La Santa ha già ricevuto il Bambino, ed è ora immersa nella contemplazione della crocetta che, si narra, ha ricevuto da Gesù stesso. Potete venire ad ammirare la chiesa di Santa Maria del Rosario e le belle opere di Giambattista Tiepolo dal Lunedì al Sabato dalle ore 10:30 alle ore 17.00. Vi aspettiamo! #chorus #chorusvenezia #churches #churchesofvenice #venice #venezia #italy #italia #veniceitaly #travel #veneto #photography #art #veneziaunica #architecture #venise

5/6/2024, 8:00:43 PM

Buonasera! Eccoci all’ultimo appuntamento con le opere del Veronese della chiesa di San Sebastiano. 📌 Del 1565 è il Martirio di San Sebastiano, grande tela posta sul lato destro del presbiterio. Qui la pittura del maestro di Verona si fa cupa, con toni più spenti e un cielo dalle nubi rossastre. Anche in questo dipinto è interessante notare la struttura compositiva. La scena si apre a V, in modo che l’occhio venga condotto verso il corpo del Santo. Quest’apertura è definita da delle linee che formano un angolo di 60 gradi, e questa angolatura viene seguita anche dalla griglia secondo la quale sono stati dipinti i corpi, le braccia, le gambe e le teste dei personaggi. Al centro geometrico del dipinto troviamo il braccio dell’aguzzino, mentre al centro della scena sta il corpo nudo del Santo. Esso, seppur decentrato verso destra, viene comunque individuato immediatamente anche grazie alle colonne dell’architettura che si trova sullo sfondo. Le figure vicine, inoltre, sembrano scostarsi descrivendo, assieme al corpo stesso del santo, un cerchio, il cui centro è posto esattamente a metà del rettangolo descritto dalle due colonne. Potete venire ad ammirare la chiesa di San Sebastiano ed le magnifiche opere di Paolo Veronese dal Lunedì al Sabato dalle ore 10:30 alle ore 17.00. Vi aspettiamo! #chorus #chorusvenezia #churches #churchesofvenice #venice #venezia #italy #italia #veniceitaly #travel #veneto #photography #art #veneziaunica #architecture #venise

5/3/2024, 7:00:23 PM

Buongiorno! Oggi continuiamo la scoperta delle opere del Veronese conservate nella chiesa di San Sebastiano. 📌 Il Veronese ricevette in commissione nel 1556 la decorazione del soffitto della chiesa di San Sebastiano, con tre episodi tratti dal libro di Ester. Le tele riuscirono così magnifiche che si racconta che, quando vennero scoperte, ci fu un gran accorrere di popolo per ammirarle! Esse spiccano infatti per la vivacità dei colori per la ricchezza delle decorazioni. In particolare, vogliamo presentarvi "Ester incoronata da Assuero". Del dipinto saltano agli occhi i colori e la ricchezza, ma anche la ragionata struttura compositiva: l’architettura raffigurata segue la diagonale della tela quadrata, dividendo il cielo dalle figure. La tenda, similmente, divide il dipinto a metà nel senso verticale. Il fulcro della scena, costituito dalle mani di Assuero che porgono la corona sul capo di Ester, viene così geometricamente individuato al centro del dipinto. La colonna, il cornicione, le figure sia in piedi che accovacciate e i drappi della tenda scandiscono il ritmo del dipinto verticalmente e diagonalmente secondo moduli regolari. La prospettiva, infine, fa incombere l’intera rappresentazione sullo spettatore, dando quasi un senso di vertigine e contribuendo a restituire l’importanza e la solennità del momento. Potete venire ad ammirare la chiesa di San Sebastiano ed le magnifiche opere di Paolo Veronese dal Lunedì al Sabato dalle ore 10:30 alle ore 17.00. Vi aspettiamo! #chorus #chorusvenezia #churches #churchesofvenice #venice #venezia #italy #italia #veniceitaly #travel #veneto #photography #art #veneziaunica #architecture #venise

5/1/2024, 10:00:26 AM

Buonasera! Questa settimana vi presentiamo la chiesa di San Sebastiano, in cui è accolto uno dei più importanti cicli pittorici del Veronese. 📌 Il pittore molto dovette ai monaci Gerolamini dell’adiacente monastero, dai quali non solo ricevette commissioni, ma accoglienza e comprensione per la sua arte. I diversi cicli pittorici e gli affreschi, dipinti a più riprese tra il 1555 e il 1580, testimoniano il legame profondo tra il pittore e il monastero. La chiesa poi, in cui si trova il compendio dell’arte del Veronese, era destinata ad accogliere le spoglie dell’artista, che riposa oggi vicino all’organo, anch’esso da lui decorato. Al 1558 risalgono gli affreschi che decorano le pareti superiori della chiesa, i quali inscenano le Storie di San Sebastiano. Sebbene dipinte appena in un’estate, le scene sono rappresentate magistralmente: immerse in una luce cristallina, tinte di colori chiari e trasparenti, definite nelle forme, esse comunicano un’atmosfera sospesa e una spiritualità luminosa. Nel ciclo degli affreschi il maestro di Verona ha dato prova di ingegno scenografico. Nella parete di sinistra guardando l’altare vengono raffigurati tre arcieri: dei tre, uno tende l’arco verso l’alto, mentre gli altri due fissano lo sguardo sul Santo, dipinto nella parete antistante. Così, la traiettoria immaginaria della freccia attraversa la chiesa da parte a parte, unendo spazi reali e virtuali. Potete venire ad ammirare la chiesa di San Sebastiano e le magnifiche opere di Paolo Veronese dal Lunedì al Sabato dalle ore 10:30 alle ore 17.00. Vi aspettiamo! #chorus #chorusvenezia #churches #churchesofvenice #venice #venezia #italy #italia #veniceitaly #travel #veneto #photography #art #veneziaunica #architecture #venise

4/29/2024, 7:01:09 PM

Buon pomeriggio! oggi ci occupiamo dell'Ordine dei Domenicani e dei Gesuati presso la chiesa di Santa Maria del Rosario ai Gesuati. 📌 La chiesa dei Gesuati e il monastero attiguo vennero inizialmente fondate dall'Ordine dei Gesuati che sorse per opera di Giovanni Colombini, per poi essere soppresso nel 1668 da papa Clemente IX. Il convento venne messo all'asta e acquistato dall'Ordine dei Domenicani. Quest'ordine venne fondato dallo spagnolo Domenico di Guzmán, il quale decise di contrastare la diffusione dell'eresia Catarista, attraverso la predicazione di una vita di povertà e mendicità. I Domenicani, una volta insediati, decisero di costruire una nuova chiesa barocca di ispirazione palladiana realizzata dal Massari. Questa zona venne quindi rinominata dai Veneziani come "Domenicani ai Gesuati", per poi però accorciarsi semplicemente in Gesuati. All'interno della chiesa possiamo trovare molti riferimenti a San Domenico. Uno tra tutti è rappresentato dalle tre grandi tele realizzate dal Tiepolo per il soffitto dove il protagonista indiscusso, su precisa richiesta dell'ordine, è San Domenico. Il tutto è stato concepito come complesso unitario che risulta diviso in tre zone: quella centrale con i tre episodi biografici della vita di San Domenico, quella delle vele laterali con i 15 misteri e quelli delle 6 finestre con i privilegi papali cardinalizi. La chiesa dei Gesuati vi aspetta dal Lunedì al Sabato dalle 10.30 alle 17! #chorus #chorusvenezia #churches #churchesofvenice #venice #venezia #italia #italy #veniceitaly #travel #veneto #photography #art #veneziaunica #architecture #venise

3/13/2024, 2:00:35 PM

Buongiorno! continua il nostro viaggio a Sant'Alvise. La seconda tela di cui vorremmo parlarvi è La Salita al Calvario, la più grande delle tre tele, oggi ubicata nel presbiterio. 📌La tela, di grandi dimensioni, stupisce per il grande phatos dato dal corpo prostrato del Cristo che, sofferente, è schiacciato dal peso della croce. Colpisce inoltre la grande dinamicità della scena che brulica di personaggi intenti nelle più svariate attività. E' inoltre molto interessante il bozzetto oggi alla Gemäldegalerie di Berlino. Realizzato tra il 1738 e il 1740, venne attribuito a Tiepolo per la prima volta da Morassi nel 1962 e presenta delle piccole variazioni rispetto al dipinto effettivamente realizzato. Vieni a visitare la chiesa di Sant’Alvise! La chiesa è aperta dal Lunedì al Sabato dalle ore 10.30 alle ore 17.00. Vi aspettiamo! #chorus #chorusvenezia #churches #churchesofvenice #venice #venezia #italia #italy #veniceitaly #travel #veneto #photography #art #veneziaunica #architecture #venise

3/6/2024, 8:00:38 PM

Buongiorno! Oggi vorremmo parlavi di qualcosa a cui avevamo accennato la settimana scorsa: i tre dipinti di Giambattista Tiepolo all'interno della chiesa di Sant'Alvise. 📌 Si tratta di tre opere rappresentanti degli episodi della passione di cristo: L'Incoronazione di spine, La Flagellazione e la Salita al Calvario. Le tre opere opere furono commissionate al Tiepolo dal nobile Alvise Cornaro che decise di farne dono alla chiesa come gesto di carità. é probabile che nel 1740 fossero terminate solo le due tele più piccole laterali e non la Salita al Calvario, più grande e più impegnativa che in quella data non viene annotata tra le tele presenti all'interno della chiesa da una cronaca locale. è quindi probabile che il Tiepolo dovesse ancora consegnarla. L'Incoronazione di spine si trova sulla parete di destra della chiesa e vede il Cristo sofferite mentre un soldato, sdegnato dalla sua vista, gli posa sulla testa la corona di spine. Contribuiscono a rendere ancora più drammatica la scena i colori cupi con un unica macchia di colore bianco nell'angolo sinistro del dipinto che, pur essendo un'architettura classicheggiante, sembra riflettere la luce sul volto di Gesù. La chiesa di Sant’Alvise è visitabile dal Lunedì al Sabato dalle ore 10.30 alle 17.00. Vi aspettiamo!! #chorus #chorusvenezia #churches #churchesofvenice #venice #venezia #italia #italy #veniceitaly #travel #veneto #photography #art #veneziaunica #architecture #venise

3/4/2024, 8:12:48 PM

Buonasera! Siamo giunti al terzo ed ultimo appuntamento della settimana! Oggi concludiamo l’argomento trattato riguardante il ciclo della ‘Via Crucis’ di San Polo dipinto dal maestro Giandomenico Tiepolo. Vi narreremo come il nome dell’artista si sia riscattato e di come il ciclo pittorico descritto abbia riacquisito la fama ed il valore che meritano! 📌 La rinobilitazione del nome di Giandomenico Tiepolo è avvenuta in tempi relativamente recenti, nel 1971, ad opera di Adriano Mariuz il quale, nella sua monografia su Tiepolo, fa notare la principale differenza tra lo stile dei due maestri, che risiede nella metodologia scelta per narrare i fatti. Se Giambattista, il padre, tendeva ad utilizzare uno stile fiabesco con dei ed eroi; Giandomenico utilizza uno stile narrativo ferrato con riferimenti alla Venezia del tempo, visibile nelle varie stazioni dove l'artista inserisce dame ingioiellate, turchi col turbante, bambini che giocano, nonché la presenza di ritratti delle donne della famiglia Tiepolo, di un autoritratto dell'artista e del ritratto del committente Bartolomeo Carminati. Il tutto risulta molto più crudo e frammentato, con tocchi nervosi e brevi. La grande differenza tra i due è inoltre visibile anche confrontando questo ciclo con il Ciclo della Passione, realizzato da Giambattista Tiepolo, presente nella chiesa di Sant'Alvise. Vi ricordo che potete visitare la chiesa di San Polo ed ammirare le opere d’arte al suo interno dal Lunedì al Sabato dalle ore 10.30 alle ore 17:00; Anche la chiesa di Sant’Alvise è visitabile dal Lunedì al Sabato dalle ore 10.30 alle 17.00. Vi aspettiamo!! #chorus #chorusvenezia #churches #churchesofvenice #venice #venezia #italia #italy #veniceitaly #travel #veneto #photography #art #veneziaunica #architecture #venise

3/1/2024, 6:00:34 PM

Buongiorno! Eccoci al secondo appuntamento con la riscoperta del meraviglioso ciclo della Via Crucis realizzato da Giandomenico Tiepolo per la Chiesa di San Polo. 📌 Il ciclo pittorico non riscosse grande successo presso i contemporanei, anzi venne spesso aspramente criticato per vari motivi: anzitutto per la scarsa resa delle vesti, nonché la presunta mancanza di realismo nei costumi dei personaggi delle varie scene. Inoltre, almeno fino a Novecento inoltrato era parere della storiografia che non solo Giandomenico avesse utilizzato dei modelli del padre, andando a ricrearne delle pallide imitazioni, ma che Giambattista stesso fosse intervenuto in alcuni casi, andando perfino a ridipingere di mano propria. Questo pensiero è risultato essere però una diceria che si diffuse nell'ambiente artistico veneziano probabilmente dovuta al dissenso di quest'ultimi per il monopolio che la famiglia Tiepolo aveva acquisito negli anni in quanto a committente pubbliche e private. Potevate immaginare che quella che noi consideriamo un opera di inestimabile valore fosse stata considerata "brutta" per anni? Il ciclo di Giandomenico Tiepolo è visitabile presso la Chiesa di San Polo dal Lunedì al Sabato dalle ore 10:30 alle ore 17.00. Vi aspettiamo!! #chorus #chorusvenezia #churches #churchesofvenice #venice #venezia #italy #italia #veniceitaly #travel #veneto #photography #art #veneziaunica #architecture #venise

2/28/2024, 6:00:29 PM

Buonasera! Questa settimana presenteremo un ciclo pittorico struggente ed evocativo, una serie di tavole caratterizzate da una storia travagliata, con un lungo dibattito a riguardo: La Via Crucis di Giandomenico Tiepolo. Seguici per scoprire, post dopo post, tutta la storia! 📌Lo splendido ciclo pittorico, realizzato in olio su tavola, venne commissionato da Bartolomeo Carminati, parroco di San Polo, a Giandomenico Tiepolo, figlio del grande Giambattista Tiepolo. L'artista concluse il ciclo nel 1747, datazione di cui si è certi grazie all’incisione che venne apposta dal Tiepolo nella IX stazione ed anche grazie ad un’ iscrizione frammentata nella XIII stazione che riporta DOMENICO TIEPOLO AETATIS XX. Il ciclo venne realizzato per l'oratorio del Crocifisso, adiacente alla chiesa di San Polo. Si tratta di quattordici tavole, come da tradizione della via crucis, caratterizzate da un fortissimo carattere narrativo che diventa quasi struggente nelle scene più dure nelle quali il Cristo è rappresentato sofferente. Per via delle continue inflazioni d'acqua che interessavano l'Oratorio di San Polo si dovette ricorrere, nel 1873, ad un intervento di restauro urgente che andò ad interessare due delle tavole, che vennero spostate presso la Sacrestia della Basilica dei Frari; in seguito, nel 1895, venne eseguito lo spostamento presso i Frari dell'intero ciclo, che venne restaurato per ritornare a San Polo completo solo nel 1966 in seguito a dei lavori di risanamento delle murature. Potete venire ad ammirare la chiesa di San Polo ed il magnifico ciclo pittorico di Giandomenico Tiepolo dal Lunedì al Sabato dalle ore 10:30 alle ore 17.00. Vi aspettiamo!! #chorus #chorusvenezia #churches #churchesofvenice #venice #venezia #italy #italia #veniceitaly #travel #veneto #photography #art #veneziaunica #architecture #venise

2/26/2024, 7:00:39 PM

Buongiorno, lunedì avevamo iniziato a raccontarvi qualcosa delle sacrestie monumentali che si possono visitare nelle chiese del nostro circuito. Quella di Santo Stefano è sicuramente tra le più suggestive. Alle sue pareti troviamo infatti capolavori del Tintoretto, del Vivarini, di Sante Peranda, Bonifacio de’ Pitati e di Gaspare Diziani. 📌 Vi avevamo già parlato del ciclo eucaristico del Tintoretto realizzato per la chiesa di Santa Margherita; pertanto, oggi ci concentreremo sui San Nicola di Bari e San Lorenzo realizzati da Bartolomeo Vivarini. I due Santi facevano probabilmente parte di un Trittico realizzato nel 1475 per la chiesa di San Vitale, la cui tavola centrale raffigurava San Rocco. Sfortunatamente i due dipinti sono estremamente deteriorati, non tanto per la mancata cura, quanto piuttosto per un disastroso intervento di restauro realizzato nel primo decennio del Novecento che, trasportando dalla tavola originaria a tela i due dipinti, ha peggiorato ancora di più le lacune e ha comportato il rifacimento quasi per intero del volto di San Lorenzo. San Lorenzo veste la dalmatica, tipica lunga veste liturgica, e regge in mano un libro e il simbolo del suo martirio, la graticola. San Nicola è invece rappresentato più avanti con l’età e indossa i suoi abiti vescovili mentre regge il pastorale, un libro e tre palle d’oro. Quest’ultime vogliono alludere alla leggenda secondo la quale San Nicola diede tre borse di denaro ad un pover’uomo caduto in disgrazia in modo tale che poetesse dotare le sue tre figlie e farle sposare onestamente evitando loro una fine infelice. La chiesa di Santo Stefano è aperta tutti i giorni dalle 10.30 alle 17.00, vi aspettiamo!

2/23/2024, 6:00:25 PM

Buonasera! Eccoci alla seconda sacrestia della settimana: La sacrestia del Santissimo Redentore. 📌Il Tempio del Santissimo Redentore possiede due diverse sacrestie. La prima di esse è caratterizzata da armadietti lignei ed opere d’arte delle più svariate! Apposte sulle pareti bianche possiamo ammirare dipinti realizzati da artisti come Palma il Giovane, Paolo Veronese, Francesco Bassano, Giovanni Bellini, Bissolo e tanti altri ancora. All’interno dei cassettoni lignei troviamo, invece, reliquiari di diversa fattura. Noi oggi, però, vorremmo presentarvi un dettaglio curioso e macabro; si tratta di dodici busti di cera realizzati nell'800, che rappresentano monaci cappuccini (ordine religioso a cui appartiene la chiesa del Redentore), beatificati o canonizzati. La loro presenza in Sacrestia è segnalata per la prima volta nell'inventario del 1867 e sono databili alla prima metà del XIX sec. Essi sono stati realizzati in modo davvero realistico ed hanno, infatti, vere barbe, baffi e capelli, occhi in vetro di Murano, e corone di spine. I busti sono costituiti da un nucleo in legno sul quale è poi stata adattata la cera con l'aggiunta di peluria naturale, possiedono vesti di stoffa e base cilindrica. Oggi sono conservati entro campane di vetro che si inseriscono su una base di legno circolare. Ora che avete scoperto uno dei mille segreti custoditi all’interno della sacrestia del Redentore che aspettate? Veniteci a trovare dal Lunedì al Sabato dalle ore 10:30 alle 17! Vi aspettiamo! #chorus #chorusvenezia #churches #churchesofvenice #venice #venezia #italy #italia #veniceitaly #travel #veneto #photography #art #veneziaunica #architecture #venise

2/21/2024, 5:00:53 PM

Buongiorno! Questa settimana vorremmo parlarvi di tre Sacrestie monumentali molto interessanti: la Sacrestia di San Giobbe, quella del Redentore e quella di Santo Stefano. 📌 La sacrestia di San Giobbe venne costruita nel XVI secolo. Presenta uno splendido soffitto a cassettoni nel quale sono dipinti alcuni Profeti e Santi dell’Antico Testamento mentre alle pareti sono presenti degli armadi lignei molto ben conservati. Spettacolare è il trittico che troviamo sull’altare: si tratta Trittico dell'Annunciazione fra i Santi Antonio da Padova e Michele Arcangelo dipinto nel 1447 dal Vivarini. Di tipico stile quattrocentesco presenta i santi con i loro attribuiti su sfondo oro, incorniciati da una cornice lignea finemente decorata anch’essa in oro. Ai piedi dell’altare è inoltre possibile ammirare i tre Santi Bernardino da Siena, Ludovico da Tolosa, detto sant'Alvise a Venezia, e Antonio da Padova, opera del Lombardo che dovevano originariamente essere posti sul portale d’ingresso. Nella parete opposta all’altare è invece appesa un’altra opera di inestimabile valore: si tratta dello Sposalizio Mistico di Santa Caterina d’Alessandria d’Egitto di Andrea Previtali. Il dipinto, nella sua cornice originale, presenta Santa Caterina nel momento in cui decise di dedicare la sua vita a Cristo. E voi? Avete mai visitato la sacrestia della chiesa di San Giobbe? La chiesa è aperta il Lunedì, il martedì, il venerdì e il sabato dalle 10.30 alle 13.00. Vi Aspettiamo!

2/19/2024, 7:00:26 PM

Come ultimo appuntamento della settimana vorremmo parlarvi delle altre reliquie contenute all’interno della chiesa di San Giovanni in Bragora. Infatti, il corpo di San Giovanni Elemosinario non è l’unico tesoro presente all’interno della chiesa. 📌 Sono conservate qui anche: - Delle Spine della Corona di Gesù Cristo, a partire dal 1063 la corona si trovava a Constantinopoli e venne poi affidata ad un mercante veneziano che la portò a Venezia nel 1237. È probabilmente in questa occasione che queste spine giunsero alla chiesa di San Giovanni in Bragora. - Alcuni frammenti delle ossa di Santo Stefano Protomartire, San Lorenzo Martire, San Innocenzo e San Liberale Cavaliere Altinese tutte conservate all’interno di cornici riccamente decorate che sono appese ai muri delle cappelle minori - Le ossa di sant’Andrea Apostolo, oggi conservate in luogo più appartato nella sacrestia e sfortunatamente non visibili al bubblico Tutte le reliquie sono visibili all’interno dei loro preziosissimi scrigni custoditi nella chiesa di San Giovanni in Bragora. Vi aspettiamo dal Lunedì al Sabato dalle 10.30 alle 17.00.

2/16/2024, 4:00:55 PM

Buongiorno! Qualche giorno fa avevamo cominciato a parlare delle reliquie a Venezia ed in particolare nella chiesa di San Giovanni Battista in Bragora. Ora vorremmo entrare nel vivo e mostrarvi qualcuna di queste reliquie! 📌 Il corpo del Patriarca di Alessandria, San Giovanni Elemosinario, è sicuramente la reliquia più preziosa che troviamo all’interno della chiesa. È anche grazie ad essa se la chiesa viene chiamata la Chiesa dei Due Giovanni, perché pur essendo intitolata al Battista custodisce il corpo di San Giovanni Elemosinario. La leggenda, narrata dal cronista dell’epoca Flaminio Cornaro, vuole che in origine il corpo del Santo fosse stato destinato all’omonima chiesa situata a Rialto, ma, una volta arrivato a Venezia da Costantinopoli, la galea che lo trasportava si fosse miracolosamente fermata proprio davanti alla riva della Chiesa della Bragora e che non ci fosse stato modo di spostarla da li. Si decise quindi di trasportarla a mano fino alla chiesa di Rialto. Ma una volta che il corpo venne fatto scendere dalla galea si scatenò un fortissimo temporale che costrinse coloro che lo stavano trasportando a rifugiarsi nella chiesa di San Giovanni in Bragora e da lì il corpo non si mosse più. Oggi è possibile ammirarlo attraverso una teca riccamente decorata posta nella prima cappella di sinistra. Se vi abbiamo incuriosito potete venire a vedere la reliquia di San Giovanni Elemosinario, le altre reliquie e la splendida chiesa di San Giovanni in Bragora dal Lunedì al Sabato dalle 10.30 alle 17.00. Vi aspettiamo!

2/14/2024, 6:00:42 PM

Come ultimo appuntamento della settimana vorremmo presentarvi la sepoltura pavimentale del Doge Cristoforo Moro a San Giobbe. 📌 Il doge Moro richiese esplicitamente di essere sepolto a San Giobbe perché proprio nell’adiacente ospizio Francescano il frate predicatore Bernardino da Siena gli aveva predetto che sarebbe diventato Doge. Alla sua morte lascio un lascito consistente ai francescani che terminarono di costruire la chiesa e seppellirono Cristoforo e la moglie nella cappella absidale. L'attribuzione della lapide e di tutto il presbiterio viene fatta risalire all'officina di Pietro Lombardo, impegnato nell'impresa del completamento della chiesa ordinata dal doge Moro La tomba pavimentale si trova al centro del presbiterio e presenta ai quattro angoli lo stemma del Doge con il corno dogale, i quali sono intervallati da degli eleganti fregi di stampo floreale in cui sono distinguibili delle foglie di vite e grappoli di uva nera, anch’essi da far risalire allo stemma del Moro. Oggi la lastra è in cattivo stato, questo è anche dovuto alle grandi trasformazioni Seicentesche che stravolsero l’aspetto originario della cappella e ne rovinarono le pavimentazioni. È però ancora leggibile l’iscrizione al centro che riporta “CRISTOPHORVS MAVRVS PRINCEPS” e la data di morte del doge. La lastra pavimentale, la Chiesa e la Sagrestia di San Giobbe sono aperte il Lunedì, il martedì, il venerdì e il sabato dalle 10.30 alle 13.00. Vi Aspettiamo!

2/10/2024, 2:00:38 PM

Buongiorno! La seconda lapide che vorremmo presentarvi questa settimana è quella di Francesco Morosini il Peloponnesiaco, ubicata nella chiesa di Santo Stefano. 📌 Uomo di carattere e con ferme convinzioni, il Morosini, viene ricordato per i molti successi e, come si evince dall'epiteto, il Peloponnesiaco, per la conquista della Morea nel 1687. Nel 1688 ricevette la nomina a doge e per il popolo veneziano fu un eroe: l'ultimo grande comandante in grado di far risorgere il sogno dell'impero marittimo e della presenza veneziana in Levante. La lastra pavimentale che lo commemora all’interno della chiesa di Santo Stefano, realizzata da Antonio Gaspari e Filippo Parodi, è decorata con trionfi armigeri sui quattro angoli, uniti tra loro da nastri che ricordano delle funi da marinaio. Al centro troviamo due fasce di marmo, nella più interna delle due vie è la data di morte e il nome del Doge. Il sigillo sepolcrale è in bronzo e presenta una corona di alloro a rilievo; al centro, sotto un baldacchino si ergono i due simboli del mandato del Peloponnesiaco: il corno ducale e i quattro bastoni da Capitano da Mar. La Chiesa di Santo Stefano è aperta dal lunedì al sabato dalle 10.30 alle 17.00. Vi aspettiamo!

2/8/2024, 7:00:43 PM

Buongiorno! Questa settimana vorremmo parlarvi di tre tombe pavimentarie presenti nelle chiese di San Stae, San Giobbe e Santo Stefano. La loro particolarità? Sono i sepolcri di tre grandi Dogi veneziani che decisero di non farsi seppellire nella basilica di San Giovanni e Paolo, come fece la maggior parte dei Dogi, ma preferirono qualcosa di diverso per il loro sonno eterno. 📌Il primo che vi presentiamo è il Doge Alvise II Mocenigo. Egli si distinse per essere un grandissimo devoto nonché un uomo estremamente mite. Alla sua morte, avvenuta nel 1709 il Doge richiese espressamente agli eredi di assolvere alcune richieste: anzitutto desiderava essere sepolto nella defilata chiesa di San Stae; in secondo luogo richiese che venisse costruita una tomba pavimentale al posto di un fastoso monumento funere, com’era d’uso comune tra i dogi e non solo in questi anni. Entrambe queste richieste sono sintomo del carattere del defunto Doge che anche in vita si era distinto per la sua sobrietà. Particolarissima è la lastra tombale che presenta, nella parte inferiore, un teschio tra due tibie incrociate, e nella parte superiore il berretto bianco, detto camauro, indossato dai dogi sotto il corno ducale. Agli angoli troviamo quattro raffigurazioni del momento mori: una torcia, il testamento del doge e una penna, una clessidra e un gufo tra due tibie. Ma l’elemento più particolare è sicuramente l'iscrizione latina riportata al centro che esprime la sintesi delle ultime volontà del doge: «NOMEN ET CINERES VNA CVM VANITATE SEPULTA» (Il nome e le ceneri sepolte insieme alla vanità). Venite a scoprire questa perla nascosta! La chiesa di San Stae è aperta mercoledì e giovedì dalle 14:30 alle 17:00. Vi aspettiamo!

2/6/2024, 7:15:08 PM

Salve, finora abbiamo parlato delle facciate veneziane realizzate a scopo celebrativo privato. Mai realizzati sono invece i progetti per la facciata della chiesa di San Vidal, che dovevano celebrare e glorificare Francesco Morosini, Capitano Generale da Mar e poi doge. Viene ricordato come il “Peloponnesiaco” per la celebre riconquista della Morea: è in questo punto che le vicende del Morosini si fanno tutt’uno con la storia della Serenissima, con l’ultimapagina delle sue glorie militari. Sono datati 1685 i progetti di Antonio Gaspari (1660 ca - 1749 ca), estremamente innovativi. Hanno difatti poco a che fare con l’architettura tradizionale ecclesiastica: vediamo qui un diffuso uso del cosiddetto bugnato, che consisteva nell’utilizzo di pietre grezze che rinviavano ad un'architettura militare, quindi come simbolo di forza. Notiamo anche l’applicazione di piramidi e obelischi, simboli di gloria ed eternità, oppure in alternativa colonne giganti tortili che richiamavano quelle imperiali. La composizione doveva anche ricordare la vittoria sui turchi, sia con bassorilievi rappresentanti gli episodi, sia ad esempio con l’aggiunta della bandiera turca disposta verso il giù, come segno di sconfitta. Alcuni di questi progetti si sospettano essere riguardanti la facciata laterale della chiesa di Santo Stefano. Nessuno di questi ambiziosi progetti venne mai realizzato e a ricordare le imprese del Morosini ci è rimasta la lastra tombale nel pavimento di quest’ultima chiesa. I progetti di Antonio Gaspari per la facciata di San Vidal sono fra gli ultimi di quelli rivolti alla trasformazione di facciate di chiese in monumenti celebrativi. A presto!🌟

2/3/2024, 6:58:15 PM

Buongiorno, oggi ci spostiamo nella chiesa di Santa Maria del Giglio, dove troviamo un’altra importantissima decorazione nella facciata. Venne ricostruita dopo il 1678, con l’apertura del testamento di Antonio Barbaro, che metteva a disposizione 30.000 ducati per la realizzazione del progetto di Giuseppe Sardi (1624 - 1699). Per questo motivo notiamo nel centro della facciata la statua del patrizio veneziano, rappresentato con le vesti da Capitano Generale da Mar, realizzata dallo scultore Giusto Le Court (1627 - 1679). In realtà egli non ricoprì mai questa carica. Antonio Barbaro fu un generale e politico della repubblica Veneziana, ricordato per i suoi contributi nella guerra di Candia e nella spedizione dei Dardanelli nel 1656. Inoltre ricoprì importanti cariche, quali quella di podestà e ambasciatore. Il motivo per cui veste in panni differenti è perché il vero scopo delle facciate celebrative era quello di rappresentare una galleria di uomini illustri al servizio della Serenissima, una personificazione del suo splendore.  Sui basamenti delle colonne binate ci sono i rilievi delle planimetrie della città dove ha prestato servizio Antonio Barbaro, quindi Candia, Padova, Corfù, Roma, Spalato e Zara. Nel secondo ordine invece sono rappresentate in bassorilievo alcune scene di battaglie navali. Anche questa facciata si trasforma da celebrazione personale a celebrazione familiare, infatti nelle nicchie dell’ordine inferiori sono collocate le statue dei parenti, con l’indicazione delle cariche più importanti che hanno ricoperto. Nuovamente ritroviamo rappresentazioni allegoriche che si collegano alle qualità della famiglia. Nelle nicchie del secondo ordine e sui piedistalli esterni vediamo la Fama, l’Onore, la Virtù e la Saggezza.  A coronare la composizione celebrativa, sopra la statua di Antonio Barbaro, vediamo lo stemma della famiglia.  Ancora una volta gli elementi non rimandano alla funzione della chiesa, ma servono solamente a portare un programma celebrativo. La chiesa di Santa Maria del Giglio è aperta dal lunedì al sabato, dalle 10.30 alle 17.00. Alla prossima! 🌟

2/1/2024, 2:10:45 PM

Buon mercoledì! Oggi ci spostiamo nella Chiesa di San Zaccaria. La chiesa, in mano alle monache benedettine, presenta un forte legame con il dogado veneziano. Situato vicino al palazzo dei dogi, venivano mandate le figlie dei nobili veneziani, rendendo il monastero uno dei più ricchi della città. La massima autorità era la badessa, che gestiva l’intera comunità e i suoi possedimenti.  Era famoso inoltre per gli eventi e per la poca severità nel rispettare la regola benedettina, essendo come abbiamo appena detto composta da molte nobildonne che si ritrovavano lì principalmente per motivi ereditari e non di vocazione. Il legame fra la Serenissima e il monastero è evidente anche nella presenza della sepoltura di ben otto dogi: il primo fu Pietro Tradonico, deceduto proprio in visita al monastero nell’864, l’ultimo fu Pietro II Orseolo nel 1009. Le tombe purtroppo non sono più visibili a causa di un innalzamento dei pavimenti, nonché per la diversa sistemazione delle navate a seguito di lavori di amplificazione e abbellimento.  Antonio Zonca (1652 - 1723) realizzò la Visita al doge alla chiesa nel giorno di Pasqua nel 1688. Il dipinto rappresenta l’unità tra monastero e dogado, ricordata dalla visita annuale del doge al monastero, ai vespri del giorno di Pasqua. Questa si svolgeva in maniera solenne, con l’accompagnamento delle massime autorità. Parte della cerimonia consisteva nel far sfilare durante la processione il prezioso corno ducale che secondo la tradizione venne offerto dalla badessa Agnesina Morosini al doge Pietro Tradonico. Questo copricapo dogale, in veneziano chiamato Zogia, veniva decorato di gioielli e pietre preziose, utilizzato specialmente nel giorno dell’incoronazione e presentato ad ogni celebrazione ufficiale nelle quali partecipava il doge. Lo possiamo vedere nella sinistra del quadro, portato sopra un vassoio e indicato dal doge. Il doge era venuto a visitare la Chiesa per venerare i corpi di San Pancrazio e Santa Savina e fu in quell’occasione che ricevette il corno. Le reliquie sono le stesse che furono donate da Papa Benedetto III che, nell’855, si rifugiò nel monastero in seguito alla fuga dall’antipapa Anastasio. A presto! 🌟

1/17/2024, 11:19:14 AM

Buongiorno, nei post di questa settimana ci occuperemo di individuare alcune delle opere che mostrano il rapporto tra la Chiesa e il Dogado veneziano. La nostra prima tappa è la chiesa di San Giovanni Elemosinario. Il culto venne portato con le sue reliquie dal doge Jacopo Tiepolo, anche se queste sono in realtà custodite nella Chiesa di San Giovanni in Bragora. Durante il trasporto infatti la nave si ritrovò incagliata e poi l’equipaggio fu sorpreso da un diluvio che li costrinse a prendere rifugio in Bragora, da cui le reliquie non si spostarono più. Come la basilica di San Marco, anche la Chiesa di San Giovanni Elemosinario era gestita da dogi. Al suo interno ospitava una prestigiosa scuola pubblica in cui si insegnava logica, matematica e filosofia. Godendo di un diritto di patronato della Chiesa, il doge aveva la facoltà di nominare e stipendiare gli amministratori del culto e del denaro, attività che solitamente svolgeva la Santa Sede. Dopo l’incendio del 1514 la ricostruzione avvenne su progetto dello Scarpagnino; nel nuovo edificio notiamo elementi quali lo stemma a stella del doge, sormontato dal corno ducale accanto ai simboli degli evangelisti Marco e Giovanni. Dopo il restauro si affrontò anche la dibattuta questione giuridica della chiesa e venne indotto un processo sotto richiesta del doge Francesco Donà delle Rose (1545-1553), che fu reintegrato del suo giuspatronato. Nelle portelle dell’organo realizzato verso il 1606 da Marco Vecellio (1545 - 1611), nella parte centrale vediamo il parroco Giovanni Maria Carnovali che benedice il doge Francesco Donà. Notiamo però una cosa curiosa: il volto del doge si sovrappone a quello del pannello di destra, rappresentante San Giovanni Elemosinario. La singola moneta d’oro concessa all’elemosinante ci svela il lavoro di sintesi che viene effettuata. San Giovanni Elemosinario pare spogliato della sua autorità di santo e arricchito invece di quella giuridica. La stessa cosa la possiamo notare nell'opera di Tiziano San Giovanni Elemosinario del 1545, presente sull’altare maggiore. In entrambi i casi infatti si tratta di un ritratto del doge, travestito attraverso le spoglie del santo.

1/15/2024, 11:33:49 AM

Giambattista Cima da Conegliano Battesimo di Cristo 1492-1494 Chiesa di San Giovanni in Bragora Venezia . . . @chorusvenezia #cimadaconegliano #battesimo #cristo #sangiovannibattista #xv #sangiovanniinbragora #venezia #volgovenezia #ig_venezia traveling_arte #total_art_gallery #volgoarte #arts_illife #igart #artofinstagram #storiadellarte #pittura #istaphoto #italia_in_art #vivoartworld #amazingart #art #lovedetails #artemondo_ #beniculturali30 #beniculturalionline #istangood #istanphoto #chorusvenezia

12/15/2023, 11:40:49 AM

Scuola tedesca Vesperbild Secolo XV Chiesa di San Giovanni in Bragora Venezia . . . @chorusvenezia #vesperbild #xv #germania #sangiovannibattista #xv #sangiovanniinbragora #venezia #volgovenezia #ig_venezia traveling_arte #total_art_gallery #volgoarte #arts_illife #igart #artofinstagram #storiadellarte #pittura #istaphoto #italia_in_art #vivoartworld #amazingart #art #lovedetails #artemondo_ #beniculturali30 #beniculturalionline #istangood #istanphoto #chorusvenezia

12/14/2023, 7:14:13 PM

Giambattista Cima da Conegliano Battesimo di Cristo, dettagli 1492-1494 Chiesa di San Giovanni in Bragora Venezia . . . @chorusvenezia #cimadaconegliano #battesimo #cristo #sangiovannibattista #xv #sangiovanniinbragora #venezia #volgovenezia #ig_venezia traveling_arte #total_art_gallery #volgoarte #arts_illife #igart #artofinstagram #storiadellarte #pittura #istaphoto #italia_in_art #vivoartworld #amazingart #art #lovedetails #artemondo_ #beniculturali30 #beniculturalionline #istangood #istanphoto #chorusvenezia

12/14/2023, 1:53:49 PM

San Giovanni l’Elemosiniere Chiesa di San Giovanni in Bragora Venezia . . . @chorusvenezia #sangiovannielemosiniere #altare #sangiovanniinbragora #venezia #volgovenezia #ig_venezia traveling_arte #total_art_gallery #volgoarte #arts_illife #igart #artofinstagram #storiadellarte #pittura #istaphoto #italia_in_art #vivoartworld #amazingart #art #lovedetails #artemondo_ #beniculturali30 #beniculturalionline #istangood #istanphoto #chorusvenezia

12/13/2023, 8:06:05 PM

Giambattista Cima da Conegliano Sant’Elena e Costantino ai lati della croce, dettaglio 1501-1503 Chiesa di San Giovanni in Bragora Venezia . . . @chorusvenezia #cimadaconegliano #santelena #costantino #croce #xvi #sangiovanniinbragora #venezia #volgovenezia #ig_venezia traveling_arte #total_art_gallery #volgoarte #arts_illife #igart #artofinstagram #storiadellarte #pittura #istaphoto #italia_in_art #vivoartworld #amazingart #art #lovedetails #artemondo_ #beniculturali30 #beniculturalionline #istangood #istanphoto #chorusvenezia

12/13/2023, 12:48:57 PM

Fonte battesimale decorato con lo stemma della famiglia Gritti, dettaglio Secolo XVI Marmo rosso di Verona Chiesa di San Giovanni in Bragora Venezia . A questo fonte vennero battezzati Pietro Barbo, divenuto papa Paolo II e il musicista Antonio Vivaldi . . @chorusvenezia #battistero #paoloii #antoniovivaldi #xvi #sangiovanniinbragora #venezia #volgovenezia #ig_venezia traveling_arte #total_art_gallery #volgoarte #arts_illife #igart #artofinstagram #storiadellarte #pittura #istaphoto #italia_in_art #vivoartworld #amazingart #art #lovedetails #artemondo_ #beniculturali30 #beniculturalionline #istangood #istanphoto #chorusvenezia

12/13/2023, 9:00:02 AM

Bartolomeo Vivarini Madonna col Bambino e Santi Giovanni Battista e Andrea, dettaglio Chiesa di San Giovanni in Bragora Venezia . . . @chorusvenezia #bartolomeovivarini #madonna #bambino #santi #xv #sangiovanniinbragora #venezia #volgovenezia #ig_venezia traveling_arte #total_art_gallery #volgoarte #arts_illife #igart #artofinstagram #storiadellarte #pittura #istaphoto #italia_in_art #vivoartworld #amazingart #art #lovedetails #artemondo_ #beniculturali30 #beniculturalionline #istangood #istanphoto #chorusvenezia

12/12/2023, 11:47:19 PM

Crocefisso, dettaglio 1491 Chiesa di San Giovanni in Bragora Venezia . . . @chorusvenezia #crocefisso #croce #chorusvenezia #xv #sangiovanniinbragora #venezia #volgovenezia #ig_venezia traveling_arte #total_art_gallery #volgoarte #arts_illife #igart #artofinstagram #storiadellarte #pittura #istaphoto #italia_in_art #vivoartworld #amazingart #art #lovedetails #artemondo_ #beniculturali30 #beniculturalionline #istangood #istanphoto

12/12/2023, 2:30:19 PM

Buon sabato! La conclusione di questo trittico di post è rappresentata dall’altare della Cappella della Natività di Maria, presso la chiesa di San Trovaso a Dorsoduro. L’intero edificio viene completamente ricostruito a partire dal 1585, a causa di un devastante crollo che demolì quasi completamente quello che lo precedeva. La decorazione interna va avanti almeno fino agli anni Trenta del XVII secolo. La terza cappella del lato sinistro viene intitolata alla Natività di Maria ed è il prolifico Jacopo Negretti, detto Palma il Giovane (1548 – 1628) a realizzarne la pala, con il medesimo soggetto. La tela è realizzata prima del 1604 ed è una delle più interessanti del pittore per il movimento ascensionale che la torma di personaggi presenti imprime all’occhio del fruitore. Le figure – tutte affaccendate in modo diverso – sono disposte in uno schema a forma di “C” specchiata, andando dalla base fino alla sommità centinata, gremita di angioletti.  In primo piano il padre Gioacchino guarda la neonata Maria, mentre in secondo piano possiamo notare la madre Anna, stanca dopo il parto. Questa parte introduttiva sulla tela serve a spiegare anche il paliotto a commesso, che venne certamente realizzato dopo il completamento della pala. La scena nel tondo centrale, infatti, è tale e quale al dipinto, coi medesimi personaggi adattati alla nuova forma, pure nelle stesse pose. Il tondo è circondato da quattro sezioni mistilinee con altrettanti angioletti decorati usando inserti madreperlacei, mentre ai lati vi sono due consueti ornamenti con vasi di fiori e uccelli. Purtroppo, non sono emersi documenti che ci facciano comprendere con precisione la storia di quest’opera. Non ci resta che rifarci all’iscrizione presente sullo stesso altare: “QSTO REMESSO FU FATO D. ZUANE CAPELAN P. SUA DIVOTIONE MDCCVI”. Ovvero: “Questo commesso fu fatto da Giovanni cappellano per la propria devozione nell’anno 1706”. #chorus #chorusvenezia #churches #churchesofvenice #venice #venezia #italy #italia #veniceitaly #travel #veneto #photography #art #veneziaunica #architecture #venise

12/9/2023, 12:24:32 PM

Buon giovedì! Per il post odierno, non ci spostiamo di molto rispetto alla volta scorsa e rimaniamo in sestiere di San Marco. Stavolta tocca alla chiesa di Santa Maria del Giglio e al suo importante altar maggiore. L’edificio, di origine medievale, viene completamente rimaneggiato a partire dal 1660 per volere della famiglia Contarini, mentre la facciata – una delle più note del Seicento veneziano – è di mano di Giuseppe Sardi e viene eretta tra il 1678 e il 1683. L’altar maggiore non è sicuramente molto lontano, come periodo di realizzazione. Nel 1684, Domenico Martinelli pubblica l’opera “Il ritratto, ovvero le cose più notabili di Venezia”, vera e propria guida storico-artistica alla città. Già qui veniamo informati circa la paternità dell’opera: “L’Altar Maggiore è in Isola, con due statue, l’una della Vergine, l’altra dell’Angelo Gabriele. Il parapetto dell’altar Maggiore è tutto rimesso a pietre fine, e vi si vede la Cena del Signore. Opera pretiosa del Comini Scultor famoso” Cosa ci sta dicendo, Martinelli? Che l’altare si trova disancorato dalla muratura (“in isola”) e che è sormontato da due statue: è chiaro che siamo di fronte all’opera giunta ai nostri giorni. Le sculture, ancora in situ, sono un lavoro del tedesco Enrico Merengo. Scopriamo, invece, che l’autore del paliotto sia niente meno che Francesco Comin, noto tagliapietra vissuto nella seconda metà del XVII secolo. Sono sue, a titolo esemplificativo, le statue che adornano la cancellata della Porta da Tera dell’Arsenale e il progetto per la chiesa di San Pantalon a Dorsoduro. Quella del commesso è però, per questa personalità, una tecnica inedita, che troviamo applicata soltanto qui. Dove ha appreso quest’arte? Possiamo supporre una frequentazione della bottega dei Corbarelli, citati nel precedente post, o un loro diretto intervento per guidare la mano dello scalpellino. L’intero paliotto presenta un’unica scena, l’Ultima Cena, mentre alle basi delle colonne vi sono degli angeli. Pure il gradino alla base dell’altare è decorato a commesso, stavolta con motivi fitomorfi. #chorus #chorusvenezia #churches #churchesofvenice #venice #venezia #italy #italia #veniceitaly #travel #veneto

12/7/2023, 2:58:20 PM

Buongiorno a tutti! Questa settimana vi proponiamo tre post con altrettanti altari, caratterizzati dalla stessa tecnica di realizzazione, il commesso marmoreo. Il termine deriva dal latino “committere”, ovvero “congiungere”, intendendo in questo caso l’unione delle tessere di pietra impiegate. La tecnica nasce a Firenze durante il Cinquecento. Nel 1588 Ferdinando de’ Medici fonda l’Opificio delle pietre dure con il preciso scopo di formare artigiani per la produzione del commesso. La nuova tecnica riprendeva l’opus sectile, già impiegata nell’Antica Roma. Sono tuttavia i toscani di fine XVI secolo a portarla a perfezione, realizzando eleganti motivi decorativi. Il risultato finale è molto simile alla pittura, con la differenza che il commesso è potenzialmente eterno. Nel Seicento, la tecnica inizia a viaggiare in Italia e arriva in terra veneziana. Si consacra qui come arte tipicamente sacra, quando in Toscana veniva utilizzata perlopiù per decorare ambienti privati. La famiglia Corbarelli, originaria del Fiorentino, imperversa tra Brescia e Padova, ornando le chiese del territorio con incredibili altari. A Venezia, tale arte giunge con quest’ultima connotazione. In particolare, non troviamo casi dove l’intero altare è realizzato a commesso, ma solamente la parte frontale, o “paliotto”. Nella chiesa di Santo Stefano, l’altar maggiore viene realizzato a partire dal 1613, ma il paliotto è più tardo, opera di Benedetto Corbarelli datata 1656. Al centro è rappresentata la scena del martirio di santo Stefano, il personaggio rivolto verso il cielo. Mentre i suoi aguzzini lo stanno per lapidare, Dio si manifesta al martire sottoforma di fascio luminoso. Il tutto è inquadrato in una cornice circondata da festoni di fiori e cornucopie di frutti. Ai lati, due segmenti leggermente aggettanti sono adornati con vasi di fiori, mentre le basi delle colonne contengono quattro stemmi: dell’ordine agostiniano, del papato, della Repubblica di Venezia e della famiglia Ferro, committente dell’opera. #chorus #chorusvenezia #churches #churchesofvenice #venice #venezia #italy #italia #veniceitaly #travel #veneto #photography #art #veneziaunica #architecture #venise

12/5/2023, 3:54:18 PM

Palma il Giovane, San Lorenzo fa dono dei beni ai poveri, laterale della cappella Malipiero nella chiesa di San Giacomo da l'Orio, Venezia. * @venezia360 @chorusvenezia @volgovenezia @igers.venezia @vivoartworld @traveling_arte @tesori_italiani #PalmailGiovane #SanLorenzo #chiesadiSanGiacomodallOrio #SanGiacomodallOrio #chorusvenezia #venezia360 #volgovenezia #igersvenezia #ig_venezia #museide #vivoartworld #arte_mondo #italia_in_art #volgoarte #art_creative_pictures #going_into_details #beniculturali30 #total_art_gallery #ars_sacra

8/10/2023, 5:29:00 PM

Buongiorno 📚 Edificata a partire dal 1724 nelle Fondamenta delle Zattere, la Chiesa di Santa Maria del Rosario, o semplicemente nota come dei Gesuati, raccoglie le opere pittoriche e scultoree dei principali artisti attivi a Venezia nella prima metà del Settecento. La pala d’altare e il soffitto affrescato di Giambattista Tiepolo, le tele di Giambattista Piazzetta e di Sebastiano Ricci e le sculture di Giovanni Maria Morlaiter sono soltanto alcune tra le opere presenti all’interno. Il volume “Tre artisti per un tempio. Santa Maria del Rosario - Gesuati” di Antonio Niero e a cura di Ruggero Rugolo descrive abilmente gli interni, gli esterni e le molte decorazioni presenti, senza tralasciare il lato storico e socio culturale. Ma chi sono quindi i tre artisti di questo “tempio dell’arte”? Per questo esemplare tardo barocco, Giorgio Massari fu l’architetto incaricato, Giovanni Maria Morlaiter lo scultore e Giambattista Tiepolo il pittore 📚 #settecento #xviiisecolo #xviiithcentury #xviiiesiècle #saggistica #saggi #biografiestoriche #libridaleggere #libridaconsigliare #librichepassione #libridistoria #venezia #storiadivenezia #venezianelsettecento #serenissimarepubblicadivenezia #chiesa #chiesedavisitare #chiesedascoprire #chiesedavedere #chiesedivenezia #santamariadelrosarioaigesuati #chiesadeigesuati #chorusvenezia

7/22/2023, 10:30:08 AM

Giambattista Piazzetta e Giuseppe Angeli, “San Vincenzo Ferreri”, 1750. L’opera, che ritrae un santo che Piazzetta aveva già raffigurato dodici anni prima nella sua Pala dei Gesuati, fu realizzata insieme al pittore veneziano Giuseppe Angeli. Molto probabilmente il lavoro di Angeli, il quale aderì allo stile del Piazzetta, va circoscritto alla terminazione di quest’opera, forse rimasta incompiuta, del maestro Piazzetta. Come nella pala del 1738, il santo è vestito di bianco e ha raffigurata sopra la fronte una fiammella ardente, il suo simbolo. Con la mano destra tiene un Crocifisso, mentre, con la mano sinistra, solleva alcune pagine, quasi a non voler perdere il punto della lettura momentaneamente sospesa. Tale interruzione si deve ad un’estasi che sta rapendo il santo in maniera considerevole. A incorniciare l’opera ricorrono una prima cornice lignea dorata e una magnifica seconda cornice in marmo i cui quattro lati sono arricchiti da un ricco drappo – sempre marmoreo – e da putti che sembrano reggerlo. Troverete il dipinto all’ingresso della Cappella Molin. La Chiesa di Santa Maria del Giglio è aperta dal lunedì al sabato, dalle 10:30 alle 13:30 e dalle 14:30 alle 17:00. Vi aspettiamo! #chorusvenezia #churches #churchesofvenice #venice #venezia #italy #italia #veneto #art #veneziaunica #venise #veneziadavivere #venedig #venecia

5/12/2023, 7:00:06 PM

Giambattista Piazzetta, “I santi Vincenzo Ferreri, Giacinto e Ludovico Bertrando”, 1738. La pala, di Piazzetta, fu dipinta contemporaneamente alla decorazione del soffitto della chiesa compiuta da Tiepolo. Si trova presso il terzo altare a destra e si tratta di una delle opere più interessanti prodotte dall’artista. Fu realizzata durante il periodo migliore della produzione di Piazzetta, e la particolare luminosità del colore lo conferma. In basso a sinistra è raffigurato San Ludovico Bertrando nel momento della rivelazione, ovvero quando egli sente una voce dirgli: “Vivi ancora nelle tenebre; tempo verrà un cui ti sarà dato grande splendore”. Il santo è rappresentato con una forte aderenza al realismo: il volto ossuto e le mani scheletriche sono perfettamente fedeli alla vita di predicazioni e alle torture che il santo subì dagli indigeni nei Caraibi. Il serpente che esce dal calice allude ad una di queste torture: il santo fu avvelenato col veleno di un cobra, ma riuscì a salvarsi dopo giorni di sofferenze. Il personaggio al centro, vestito di bianco, invece, è San Vincenzo Ferreri, che spalanca le braccia nel momento dell’estasi e ha una fiammella – che costituisce il suo simbolo – dipinta sopra la fronte. A destra, infine, vestito di grigio cenere, vi è San Giacinto, che tiene in una mano l’ostia consacrata custodita in un ostensorio di stile settecentesco, e nell’altra una statua della Madonna: si tratta delle due armi che egli utilizzò nella predicazione in mezzo ai Tartari. L’opera è costituita splendidi giochi di luce, dal nero, al bianco, al griglio, al bruno. La Chiesa di Santa Maria del Rosario (i Gesuiti) è aperta dal lunedì al sabato, dalle 10:30 alle 13:30 e dalle 14:30 alle 17:00. Vi aspettiamo! #chorusvenezia #churches #churchesofvenice #venice #venezia #italy #italia #veneto #art #veneziaunica #venise #veneziadavivere #venedig #venecia

5/10/2023, 7:00:04 PM

Giambattista Piazzetta, “San Giacomo maggiore condotto al martirio”, 1717. L’opera si trova nel presbiterio della chiesa di San Stae. Fa parte di un ciclo costituito da dodici tele dedicate ai dodici apostoli, eseguite tutte da artisti diversi, alcuni dei quali alle prime armi, altri, invece, anziani e già affermati. La decorazione del presbiterio fu permessa dalla donazione generosa del patrizio Andrea Stazio. Nel San Giacomo maggiore condotto al martirio, che è datato al 1717 circa, è evidente come la retorica naturalistica dei tenebrosi veneziani sia rivissuta con un nuovo sentimento. L’audace semplicità dell’opera e il suo realismo quasi provocatorio si pongono in antitesi sia al decoro della corrente accademico-classicista (Bambini, Lazzarini, Balestra), sia all’eleganza e all’estrosità pittorica dei moderni (Ricci, Pellegrini, Pittoni). Richiamandosi al locale naturalismo secentesco, e riformandolo secondo esigenze di immediatezza visiva, Piazzetta restituisce alla tematica sacra un’intensità di accenti drammatici che puntano al diretto coinvolgimento emotivo dell’osservatore. Dell’episodio è narrato l’attimo di massima tensione, quello in cui ancora nessuno dei due personaggi sopravanza sull’altro. L’anziano apostolo scompigliato e scalzo, che stringe a sé il libro, oppone resistenza, tanto da sbilanciare il muscoloso manigoldo. Le due figure sono immerse in una tenebrosità che fa emergere in maniera netta i loro corpi, le cui carni sono sapientemente illuminate da una luce che sembra provenire dallo spazio pertinente a noi osservatori. Inoltre, a contrasto con le due figure, appare sullo sfondo un misterioso cavaliere luminoso. Proprio di fronte alla tela di Piazzetta, si trova il Martirio di San Bartolomeo di Giambattista Tiepolo, la cui realizzazione fu probabilmente influenzata dall’operato di Piazzetta. Venite a scoprire il resto del ciclo pittorico! La chiesa di San Stae è aperta mercoledì e giovedì dalle 14:30 alle 17:00. Vi aspettiamo! #chorusvenezia #churches #churchesofvenice #venice #venezia #italy #italia #veneto #art #veneziaunica #venise #veneziadavivere #venedig #venecia

5/8/2023, 7:00:12 PM

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5/7/2023, 12:41:04 PM

Palma il Giovane, “La Madonna con San Giacomo, San Silvestro, San Marco e il parroco Da Ponte”, 1580-1581 La Chiesa di San Giacomo dall’Orio presenta molte opere di Palma il Giovane. La maggior parte sono concentrate nella Sacrestia Vecchia, ma se ne trovano anche nella Cappella di San Lorenzo Martire, nella Cappella del Santissimo, nella navata destra e nel transetto. L’opera che vi mostriamo qui appartiene al ciclo che il pittore eseguì per il parroco Da Ponte presso la Sacrestia Vecchia. Questa tela rompe il piano iconografico del ciclo, introducendo in esso una parentesi di pittura di glorificazione. Essa ricorda il parroco Da Ponte, raffigurato in ginocchio, presentato da San Marco a una Madonna dal dolce volto ovale e assistito da San Silvestro papa. Sul lato sinistro, invece, si trova l’apostolo San Giacomo, di gusto tizianesco. I tre santi rientrano in un piano preciso, in quanto essi alludono alle tre dignità di cui era insignito il Dal Ponte, come ha spiegato il Moschini: San Giacomo indica quella di parroco di San Giacomo dall’Orio dal 1567; San Silvestro, la carica di arciprete della Congregazione di San Silvestro dal maggio del 1577; San Marco dal titolo canonico della basilica ducale. Venite a scoprire il resto delle opere del ciclo! Vi ricordiamo che la chiesa di San Giacomo dall’Orio è aperta dal lunedì al sabato, dalle 10:30 alle 13:30 e dalle 13:30 alle 17. Vi aspettiamo! #chorusvenezia #churches #churchesofvenice #venice #venezia #italy #italia #veneto #art #veneziaunica #venise #veneziadavivere #venedig #venecia

5/3/2023, 7:00:05 PM